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Speciale 3/4: l’annus horribilis del Cosenza

Dalla scomparsa del 1914 alla nascita del nuovo sodalizio. Un’estate infuocata che ha regalato ancora una volta il dilettantismo ai tifosi rossoblù. Stefano Fiore passa dietro una scrivania. Il nuovo tecnico del Cosenza Enzo Patania. E’ stato scelto da Fiore (foto mannarino) Il 10 luglio in un calda mattinata d’estate, scompare il Cosenza Calcio 1914.

Dalla scomparsa del 1914 alla nascita del nuovo sodalizio. Un’estate infuocata che ha regalato ancora una volta il dilettantismo ai tifosi rossoblù. Stefano Fiore passa dietro una scrivania.

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Il nuovo tecnico del Cosenza Enzo Patania. E’ stato scelto da Fiore (foto mannarino)

Il 10 luglio in un calda mattinata d’estate, scompare il Cosenza Calcio 1914. Presso la sede sociale di Viale Magna Grecia si tiene un’importante riunione alla quale partecipano Funari, Chianello (solo all’inizio per conto di De Rose e Salerno), Citrigno, Carnevale con suo figlio Ernesto e Aristide Leonetti, il manager di Stefano Fiore che è stata la mente dell’operazione e che nei giorni prima aveva suggerito, pur di salvare il club di far tramutare i crediti in quote sociali ricevendo il sì di Stefano, Adriano, Matteini, Roselli e Degano. Non c’è stato niente da fare: dopo la scellerata gestione di Luca Pagliuso, unita a quelle degli anni precedenti, il Cosenza non sarebbe stato iscritto alla Seconda divisione. La patata bollente allora passa nelle mani del sindaco Occhiuto che invia, coadiuvato dall’assessore Vizza e dal capo di gabinetto Potestio, una missiva destinata alla Figc e alla Lega Nazionale Dilettanti per chiedere che alla città venga concessa la possibilità di poter disputare il massimo torneo dilettantistico nazionale. Nella lettera sono state tracciate le linee che parlano della storia sportiva del capoluogo bruzio, del potenziale riguardante il bacino d’utenza e dei traguardi raggiunti in quasi cento anni di attività. Qualche giorno dopo, il 25 per l’esattezza, annuncia la fumata bianca per la costituzione della nuova società: ne fanno parte gli imprenditori Eugenio Guarascio (numero uno di Ecologia Oggi), Fabrizio Marchese (costruttore e proprietario di aree di servizio), Ettore Caroselli (imprenditore con interessi nelle strutture sanitarie), Pietro Ventura (proprietario di un’azienda di forniture ferroviarie), Domenico Quaglio (avvocato), Massimo Palermo (impegnato nel campo finanziario), Carmine Federico (impegnato nel campo della formazione professionale), Mario Silletta (proprietario del Dino’s Hotel di San Giovanni dove la squadra andrà in ritiro) e Vincenzo Perri (presidente del Real Cosenza). Tre giorni dopo, davanti ad un notaio, nasce la Nuova Cosenza Calcio srl, ma sorge un grosso problema relativo al campionato di appartenenza. La Lega sarebbe intenzionata a concedere l’Eccellenza e per niente la D. Questo per non fare strappi alla prassi comune. Intanto la città spinge a furor di popolo Stefano Fiore e Aristide Leonetti alla direzione dell’area tecnica. Ma i nove soci, neofiti del calcio, addirittura restano titubanti, perché ricevono la candidatura dell’ex team manager Eugenio Caligiuri. Il parere del sindaco e della stampa indirizza le cose verso l’ex azzurro. L’ufficialità della serie D arriva il 5 agosto. “Ho ricevuto personalmente la telefonata di Giancarlo Abete che mi ha comunicato la decisione di iscrivere il Cosenza in Serie D. Voglio ringraziare il presidente della Lega Nazionale Dilettanti che fin da subito ha accolto la nostra richiesta, il numero uno della Figc che ha premiato il nostro serio e costante lavoro mostrando tanta comprensione nel capire che una città come Cosenza non meritava di disputare il campionato di Eccellenza ma aveva il diritto di militare nel torneo di Serie D. Voglio dire grazie anche al segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa che si è battuto al mio fianco e sfruttando la sua amicizia con Abete ha seguito da vicino la situazione del Cosenza Calcio appoggiando la nostra richiesta”. Per partire in ritiro però serve tempo perché i soci non si organizzano e bisogna attendere il 18 agosto: un’eternità. Fiore e Leonetti intanto scelgono Patania come allenatore e bloccano i primi calciatori importanti: sono Adriano, Ramunno e Ciano con Nello Parisi che torna per vestire nuovamente la fascia di capitano. Nel primo match ufficiale di Coppa Italia i Lupi giocano con un manipolo di volenterosi ragazzini e vincono grazie al gol di Fiore. Poi arriva Manolo Mosciaro, il fuoriclasse. Dopo una trattativa che rischiava di far saltare l’intero progetto di rinascita, solo la passione dei soci più vicini all’area tecnica ha permesso al bomber di vestire il rossoblù. Il secondo turno di Coppa sorride ai lucani dell’Irsinese che s’impongono ai rigori. Ma non c’è più tempo: inizia il campionato e il Cosenza, con una squadra incompleta a causa della lentezza dei dirigenti, viene inserito nel girone I assieme alla corazzata Messina e al temibile Hinterreggio. Il Nuvla San Felice il 4 settembre vince 1-0 e le prime polemiche già investono i dirigenti in pectore. Sempre per i motivi di cui sopra l’area tecnica riesce a puntellare l’organico solo in maniera approssimativa, ma nonostante ciò a Nissa si vince 2-1 grazie alla doppietta del baby Provenzano. Poi è Mosciaro-show e il Noto cade 4-1 al San Vito con la tripletta dell’attaccante e un penalty della nuova punta Tedesco. Il 25 settembre un’altra pagina nera. C’è il derby ad Acri, cittadina alle porte della città dove la stragrande maggioranza ha sempre sostenuto i rossoblù. Un’ingenuità del difensore Scigliano manda a carte quarantotto i piani del Cosenza consentendo ai rossoneri di conseguire una storica vittoria. (cosenzachannel.it)
– fine terza parte
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2011-12-31 20:20:10