venerdì,Marzo 29 2024

Cosenza, se saltano i nervi…

Le inadempienze della società hanno condizionato la stagione e la posizione in classifica, ma Tommaso Napoli non ha convinto alzando la voce in sala stampa per difendere scelte discutibili. Pietro Varriale durante la gara di ieri pareggiata con l’Acireale (foto mannarino) Ieri bisognava vincere. Inutile nasconderlo. Sottolineare la gran gara dell’Acireale, in lotta per non

Cosenza, se saltano i nervi…

Le inadempienze della società hanno condizionato la stagione e la posizione in classifica, ma Tommaso Napoli non ha convinto alzando la voce in sala stampa per difendere scelte discutibili.

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Pietro Varriale durante la gara di ieri pareggiata con l’Acireale (foto mannarino)

Ieri bisognava vincere. Inutile nasconderlo. Sottolineare la gran gara dell’Acireale, in lotta per non retrocedere, al cospetto della “Ferrari Cosenza”, così la chiamava Napoli quando non era ancora al timone dei lupi, fa quasi rabbrividire. Ci siamo complimentati con il tecnico dopo la gara perfetta di Ravagnese e dopo la sfortunata prova di Vallo della Lucania. Abbiamo espresso qualche dubbio nel match pareggiato con il Sambiase e non possiamo tapparci gli occhi davanti alla prestazione di ieri. Il Cosenza ha pareggiato una gara da vincere ad ogni costo. Mente l’Hinterreggio cadeva sotto i colpi del Messina, solo Varriale con una conclusione rabbiosa riusciva a strappare il pari alla formazione terzultima in graduatoria. Rabbia. Proprio quella rabbia che in settimana ha accompagnato il gruppo silano. E si sa che nel calcio, fino a quando si vince va tutto bene ma quando i risultati non ti danno ragione, il coperchio salta e viene fuori tutto.  Napoli già in settimana aveva mostrato segni di grande nervosismo. Il tecnico ha richiamato i ragazzi in allenamento prendendosela anche con gli addetti ai lavori a bordo campo. Poi la partita. Una prova scialba in cui diversi elementi in campo hanno dovuto fare i conti la difficile situazione che attraversa il Cosenza. Provate a chiedere a Mosciaro cosa vuol dire giocare dopo aver detto alla città di esser stato protestato. Chiedete se non vi basta ad Aniello Parisi, quale abito indossare in campo dopo che il presidente definisce il suo sfogo in conferenza stampa “simpatico”. Chiedete anche al capitano, uno che fa il suo ruolo e bene da più di venti anni, cosa avrà pensato quando ha visto il giovane esterno Scigliano sistemarsi al centro della difesa. Parisi con la solita calma ha invitato mister Napoli a rivedere la sua scelta. Domandate inoltre a Romano cosa significhi vedere dalla panchina le ultime due partite del Cosenza e dover attendere il sessantasettesimo minuto per entrare in campo. Se non vi basta provate a chiedere cosa avrà pensato il talentuoso centrocampista quando Napoli in conferenza stampa ha dichiarato che Romano dopo quindici minuti di gara gli confessava di essere peante sulle gambe. Ecco. Questi sono i motivi che fanno saltare i nervi a tante persone. Ai giocatori che al termine della gara hanno un battibecco con il pubblico. Ai tifosi che fischiano e agli addetti ai lavori che pretendono chiarimenti dal tecnico in conferenza stampa. Apriti cielo. Napoli si sbraccia, leva la giacca, batte i pugni sul tavolo e usa il dialetto. “Io ci credo e solo io ho il termometro della squadra”. Un termometro un po’ obsoleto perché se con stipendi non pagati, accuse che arrivano dalla società alla squadra, giocatori anche un po’ sfiduciati, il pubblico che fischia la prestazione e i nervi a fior di pelle, diventa difficile centrare l’impresa promozione. Napoli però ci crede. E noi ci speriamo, almeno fino a quando la matematica non condannerà, e speriamo che non avverà, il Cosenza. Tapparsi gli occhi però e far finta che non sia successo niente serve a poco. Il tecnico a fine gara, con gli occhi infuocati e fissi sull’obiettivo della telecamera, si è addossato tutte le colpe della prestazione negativa. Forse, in serie D, sarebbe più costruttivo far capire a tutti che un gruppo non si attacca e, soprattutto, non si difende davanti alle tv ma negli spogliatoi e nelle stanze chiuse del club. Nei luoghi in cui una squadra deve essere messa nelle condizioni per svolgere al meglio il proprio compito. Quando questo sarà fatto, sarà più lecito chiedere a Parisi e soci di centrare gli obiettivi. Crediamoci certo. Ma intanto riconosciamo a Parisi e soci il merito di aver già fatto grandi cose in una situazione indubbiamente complicata.  (Francesco Palermo)