giovedì,Marzo 28 2024

Tra Cosenza e Messina fuori i migliori

La gara di stasera rappresenta una sorta di “bella” tra i due squadroni del girone I che hanno raccolto solo tanta delusione in campionato. Con i siciliani un centinaio di sostenitori. Marano in campo nella gara di ritorno contro il Messina al San Vito (foto mannarino) Una finale nella finale tra Cosenza e Messina. Entrambe

Tra Cosenza e Messina fuori i migliori

La gara di stasera rappresenta una sorta di “bella” tra i due squadroni del girone I che hanno raccolto solo tanta delusione in campionato. Con i siciliani un centinaio di sostenitori.

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Marano in campo nella gara di ritorno contro il Messina al San Vito (foto mannarino)

Una finale nella finale tra Cosenza e Messina. Entrambe le formazioni sono fortemente convinte che l’Hinterreggio nonostante la promozione (oggi giocherà la sua prima gara della poule-scudetto in casa col Martina e domenica andrà a Salerno), non sia stata la squadra più forte del campionato. Per rossoblù e giallorossi sarà un affare del tutto privato stabilire chi sia la migliore. Un titolo platonico certo, ma che potrebbe alimentare quelle poche speranze di ripescaggio che si hanno vincendo la lotteria dei playoff. A margine delle 34 giornate, calabresi e siciliani avrebbero conquistato gli stessi punti (59) se al team di Bertone (subentrato a Pensabene) non fosse stata inflitta la pesante penalizzazione di -7, poi ridotta a -3. In riva allo Stretto si è convissuto col fardello del gap negativo per l’intero arco della stagione che, in diverse occasioni, ha demoralizzato il gruppo guidato da Cecere e Corona. Nonostante questo, conti alle mani l’Hinterreggio è stato promosso col minimo scarto: +1. Se il Cosenza può vantare il secondo miglior attacco del campionato (56 reti fatte al pari della Battipagliese, due in meno della capolista), il Messina risponde col secondo miglior attacco casalingo (34 centri). Le retroguardie si equivalgono: 34 gol incassati dai silani, 35 dai giallorossi. Il dato assume una forbice considerevole, invece, mettendo a confronto la difesa interna dei Lupi (solo 16 reti prese) e la prolificità della prima linea giallorossa in trasferta (pochi 16 gol). Nel corso della regular season è arrivata una vittoria per parte, ma mentre all’andata Enzo Patania fu costretto a mandare in campo un undici rattoppato e senza alcun attaccante, il match di ritorno fu affrontato da entrambi i sodalizi al completo e con il Cosenza forte di un mercato di riparazione stellare. Al San Filippo, se qualcuno se ne fosse dimenticato, i Lupi chiusero la contesa con sei under in campo (Scigliano, Douglas, A. Caputo, Castellano, Rampazzo e Provenzano) e con una panchina zeppa di elementi della Juniores. Sarebbe stato difficile chiedere miracoli a Patania, ma il tecnico riuscì ugualmente a far esprimere al meglio i suoi uomini tenendo in mano il pallino del gioco per larghi tratti. La doppietta di Occhipinti (un difensore!) cadde come una tegola sul capo dei rossoblù che avevano trovato il pareggio con Varriale e stavano legittimando il risultato. Al ritorno, come detto, nessun alibi per i peloritani dopo il 4-1. La lezione di calcio inflitta da Marano e compagni non ammise repliche. Longobardi aprì le danze, poi ad inizio ripresa ecco la rete di capitan Parisi che corse via sotto la curva. Il gol di Impagliazzo fu solo un’illusione per il Messina che in pochi minuti restò in nove per le espulsioni di Rossi Pontello e Grillo. Il Cosenza, a quel punto, amministrò il gioco e con Arcidiacono, autore di una spettacolare doppietta, blindò il risultato. Stasera è in programma la “bella”, l’ultima parola l’avrà il campo che sugli spalti vedrà anche un centinaio di sostenitori ospiti. (cosenzachannel.it)