venerdì,Marzo 29 2024

Tutti pazzi per Biccio: “Ha la stoffa di un calciatore di A”

Ettore Donati, suo tecnico ai tempi della Primavera dell’Empoli, parla del furetto rossoblù: “Lo allenai che era poco più che un bambino e già faceva la differenza. Perché è in D?”. Pietro Arcidiacono esulta. Nel tondino Ettore Donati  (foto mannarino) Ettore Donati adesso lavora presso il settore tecnico/scolastico della Figc, ma per tanti anni è

Tutti pazzi per Biccio: “Ha la stoffa di un calciatore di A”

Ettore Donati, suo tecnico ai tempi della Primavera dell’Empoli, parla del furetto rossoblù: “Lo allenai che era poco più che un bambino e già faceva la differenza. Perché è in D?”.

bicciodonati

Pietro Arcidiacono esulta. Nel tondino Ettore Donati  (foto mannarino)

Ettore Donati adesso lavora presso il settore tecnico/scolastico della Figc, ma per tanti anni è stato l’allenatore della Primavera dell’Empoli, da sempre vivaio inesauribile di buoni calciatori. Donati conosce bene l’ambiente cosentino “perché – spiega dalle colonne di Calabria Ora – nella stagione ’80-’81, quando militavo in C1 col Rende al fianco del papà di Stefano Fiore, giocai anche un derby col Cosenza. Quindi ho bene a mente il calore del pubblico rossoblù”. Tra i tanti ragazzi che ha preso in consegna ce n’era uno che si distingueva particolarmente. “Pietro Arcidiacono ho iniziato ad allenarlo che era poco più che un bambino e già allora faceva già la differenza. Credetemi, ha la stessa qualità di un calciatore di A. Seguiva i miei consigli sia in campo che fuori ed ha sempre dimostrato di avere la stoffa per diventare un grande. Ne ricordo il  carattere deciso: ha avuto sempre un comportamento corretto, pur facendosi rispettare con i più grandi. Quando c’erano delle discussioni sapeva come far valere le sue ragioni con personalità”. Biccio acquisì i fondamentali in Toscana, dove si trasferì da giovanissimo segnalato ai biancazzurri dall’osservatore Nino Sindone. “All’epoca non segnava tanto, mi sembra fece otto gol, ma era imprendibile, ubriacava gli avversari, si procurava rigori e punizioni dal limite: un predestinato insomma. Schieravo il 4-3-3 e nel tridente utilizzavo le ali invertite per favorire gli inserimenti dei terzini fluidificanti: Pietro era bravissimo a creare lo spazio. Fu il primo dei miei ad esordire a 18 anni durante un match di Coppa Italia”. Era il 9 novembre del 2006 ed in un Empoli-Genoa 1-0 Arcidiacono entrò al 13′ della ripresa al posto di Buzzegoli. Cagni fu entusiasta di come interpretò la gara. “Per noi era già pronto e lo mandammo in C1 a farsi le ossa a Monza. Le cose poi non andarono come avrebbero dovuto perché chi vale dieci per un allenatore, può valere zero per un altro”. Il presente parla di Serie D. “Lunedì leggevo il giornale ed ho visto che Pietro ha segnato una doppietta. Non ho mai smesso di seguirlo perché fu uno dei protagonisti di un’annata meravigliosa. Con l’Empoli arrivammo primi, distaccando di cinque-sei punti la Roma di Okaka e Rosi e la Lazio di Diakitè. Se aveva dei difetti? Sì, due. Quando arrivava davanti al portiere avversario spesso gli faceva fare bella figura e nei contrasti era un po’ leggero. Da ciò che apprendo ha aggiustato la mira, ma non so se le categorie miniori lo abbiano anche irrobustito. Se così fosse i suoi palcoscenici sarebbero altri e non parlo di una semplice Lega Pro. Pietro è un calciatore formidabile e seguendo Stefano Fiore può arrivare davvero in alto”.  (Luigi Brasi)