venerdì,Marzo 29 2024

Arcidiacono in esclusiva: “Cosenza, non sono un mercenario. Vi racconto tutto”

Dopo l’addio ai rossoblù, Biccio svela ogni particolare della giornata trascorsa ieri e che ha portato al divorzio da quella che definisce “la mia squadra, la mia città”. Da idolo dei tifosi a mercenario. Il passo troppo spesso è immediato, automatico, magari accompagnato dal clamore mediatico che casi del genere suscitano. La storia del calcio

Arcidiacono in esclusiva: “Cosenza, non sono un mercenario. Vi racconto tutto”

Dopo l’addio ai rossoblù, Biccio svela ogni particolare della giornata trascorsa ieri e che ha portato al divorzio da quella che definisce “la mia squadra, la mia città”.
arcidiacono sul lago
Da idolo dei tifosi a mercenario. Il passo troppo spesso è immediato, automatico, magari accompagnato dal clamore mediatico che casi del genere suscitano. La storia del calcio è piena di cuori spezzati, di sciarpe calpestate e di trasferimenti impossibili solo a pensarli un attimo prima. Pietro Arcidiacono sta vivendo ore drammatiche, i suoi occhi sono gonfi di lacrime, vorrebbe esplodere, vorrebbe, forse, scappare su Marte ed aspettare la fine della tempesta. L’addio al Cosenza non poteva passare inosservato perché se uno come Biccio va via dal San Vito, crea un vuoto che magari verrà colmato dopo poco. Ma il vuoto si crea ugualmente. “Non sono un mercenario, non lo sono mai stato, ma non posso stare zitto questa volta, devo parlare ai tifosi e a quella che è diventata la mia città” dice col cuore in mano.
Arcidiacono, perché ha rifiutato il Cosenza?
“Io non ho rifiutato niente. Sono attaccato alla squadra e ai colori sociali”.
Allora ci racconti cosa è successo e ci spieghi perché non giocherà più al San Vito.
“In mattinata mi ha chiamato il direttore generale Marino chiedendomi se fossi disponibile ad incontrarlo per trovare un accordo. Era di dominio pubblico, ormai da giorni, che non avrei firmato il rinnovo se non mi fosse stato corrisposto il pregresso. In serata sarebbe venuto il mio procuratore Alessandro Cicchetti. Nello studio dell’avvocato Quaglio ho incontrato il presidente e il dg. Le parti inizialmente erano molto distanti, successivamente hanno soddisfatto la mia richiesta (45mila euro e premi, ndr)”.
Allora perché è saltato tutto?
“Perché, sebbene l’offerta per il 2013-2014 fosse ottima, non c’erano le garanzie concrete per quanto maturato nelle scorse stagioni e per il futuro. Insomma, avrei dovuto prima firmare il contratto nuovo e solo in seguito, forse, recuperare il pregresso”.
Ci può dire a quanto ammonta la cifra?
“Circa 12mila euro maturate nella stagione in cui vincemmo i playoff e che accettai di spalmare sul nuovo accordo economico. Tengo a sottolineare che il banco è saltato per l’assenza delle giuste garanzie, rese necessarie dal comportamento del club nei mesi scorsi”.
Ci spieghi meglio.
“Dal giorno della squalifica sono stato abbandonato totalmente dalla società, i fatti li conoscono tutti e chiunque può farsi un’idea di come mi sia sentito”.
Arcidiacono, cosa può dire di presunti sms ricevuti durante la trattativa?
“Parlavo con mio padre, solo ed esclusivamente con mio padre. Gli ho chiesto un parere sulla situazione e sul fatto che c’è in ballo una proposta concreta del Parma. Quindi, per favore, che nessuno si permetta ad avanzare teorie strampalate lasciando intendere chissà quale complotto”.
Cosa vuole dire a chi la definisce un mercenario?
“Come possono chiamarmi così quando l’anno scorso, pur di restare a Cosenza, ho detto no a 70mila euro garantiti fino all’ultimo centesimo? Anzi, vi dirò di più, avrei fatto lo stesso adesso dinanzi all’offerta del Parma, un club di Serie A. Però non potevo firmare senza avere certezze su quanto maturato due anni fa e sul futuro”.