giovedì,Marzo 28 2024

Quando punire un calciatore fa notizia. I casi di Labellarte e di Savoldi

A Cosenza sono solo due dei casi più eclatanti che si susseguirono nella storia. Giorgio Roselli non le ha mandate a dire come in passato fecero anche De Petrillo e Bortolo Mutti.Quando l’allenatore diventa un sergente di ferro. Chiedere a Giorgio Roselli. Uno che non le manda certo a dire. Ma soprattutto un allenatore che

Quando punire un calciatore fa notizia. I casi di Labellarte e di Savoldi

A Cosenza sono solo due dei casi più eclatanti che si susseguirono nella storia. Giorgio Roselli non le ha mandate a dire come in passato fecero anche De Petrillo e Bortolo Mutti.
savoldi spalle
Quando l’allenatore diventa un sergente di ferro. Chiedere a Giorgio Roselli. Uno che non le manda certo a dire. Ma soprattutto un allenatore che pretende serietà e massimo impegno dai suoi calciatori che, a volte, dimenticano di essere professionisti. Litigi, parole fuori luogo, allenamenti senza intensità. Dirigere un gruppo è una delle cose più difficili. E allora capita di assistere ad un litigio in allenamento tra due calciatori (ultimo in ordine di tempo quello tra Calderini e Magli che è costato al primo l’allontanamento e l’esclusione per la gara contro il Savoia). Ma non è l’unico caso a Cosenza. Ne sanno qualcosa due centravanti di epoche diverse: Angelo Labellarte e Gianluca Savoldi. Le loro intemperanze furono punite con l’esclusione dal campo dai rispettivi tecnici Nedo Sonetti e Bortolo Mutti. Ma non solo. Il tecnico Lino De Petrillo, era la stagione 1983/1984, non mandò giù l’atteggiamento dopo uno sostituzione della mezzala Damiano Morra che pagò il gesto di stizza con una punizione esemplare. Storie di sergenti di ferro e calciatori sanguigni che ancora oggi si ripetono a distanza di tanti, troppi anni. (Piero Bria)
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