Dalle macerie l’usato sicuro
l’editoriale di Piero Bria – La squadra aveva bisogna di una “figura paterna” per ritrovare stimoli e certezze. E sul mercato ora non bisogna sbagliare: usato sicuro o incognite?Calderini trasforma il rigore concesso al Cosenza nel matche di Martina (foto conserva)“Eravamo in burrone, ora siamo affidabili”. Il Roselli pensiero è tutto in questa frase. Dalle macerie
l’editoriale di Piero Bria –
La squadra aveva bisogna di una “figura paterna” per ritrovare stimoli e certezze. E sul mercato ora non bisogna sbagliare: usato sicuro o incognite?Calderini trasforma il rigore concesso al Cosenza nel matche di Martina (foto conserva)
“Eravamo in burrone, ora siamo affidabili”. Il Roselli pensiero è tutto in questa frase. Dalle macerie del Capp il tecnico umbro ha cercato di riesumare il massimo. E lo ha fatto con concretezza, con giudizio e con quelle regole che, probabilmente, in questi anni erano venute a meno a causa forse di troppa negligenza. Che sia chiaro: il Cosenza non esprime un grande calcio. Ma non era questo che volevamo da un cambio in panchina. Quest’estate l’obiettivo era stato chiarito a tutti. La salvezza come priorità. L’inizio di stagione scioccante ha di fatto traumatizzato tutti e lo spettro della serie D ha ridato a Guarascio coscienza. I rossoblù erano apatici, spenti e talmente soporiferi che era davvero difficile fare peggio. Eppure il cambio in panchina ha ridato dignità, soprattutto sotto l’aspetto psicologico, ad una squadra che in molti davano per “cotta”. Bisogna registrare la difesa e Roselli lo ha fatto. Bisognava dare sostanza al centrocampo e Roselli lo ha fatto. Bisognava dare concretezza al reparto avanzato e Roselli lo ha fatto. Tutto seguendo un iter, tutto cercando di fornire una “figura partena” ad una squadra di scolaretti sbandati. Solo così si possono spiegare le punizioni inflitte a Calderini, Mosciaro. Solo così si può capire il Roselli pensiero. Allenatore vecchio stampo per alcuni, pragmatico e di sostanza per altri. Subentrare non è mai facile, eppure ci sono allenatori che sembrano “costruiti” per questo. Arrivano, scrutano e capiscono quali sono i rami secchi da potare. Con Roselli le gerarchie sono saltate. E allora ecco che Caccetta diventa capitano e che il vice non sia più Blondett ma il portiere Ravaglia. Ora spetta a Meluso, il cui lavoro è stato rivalutato grazie all’opera roselliana, cercare nel mercato di gennaio un difensore centrale e un esterno di grande sostanza che sappia fare le due fasi. Certo, nel vedere Arcidiacono a Martina viene da pensare…ma l’usato sicuro non è meglio di un’incognita? Probabilmente a questo Cosenza servirebbe proprio uno come Biccio. Ma il passato è passato e non crediamo che Guarascio voglia girarsi indietro e strizzare l’occhio al siciliano (tranne se Meluso…). Di sicuro Roselli a Martina avrà apprezzato le giocate del furetto biancoazzurro. Chissà cosa penserebbe se sapesse che Biccio sarebbe pronto a tornare anche a piedi in riva al Crati. Storie di un calcio strano dove dalle macerie spuntano giocattoli o giocatori affidabili.