Ricordate Stringara? Ora insegna calcio ai detenuti in carcere [VIDEO]
L’ex tecnico del Cosenza dedica anima e corpo al progetto Liberi Dentro: “L’opportunità di giocare un campionato è la vera vittoria del progetto”. Nella provincia di Cosenza è ricordato perché nella lontana stagione ’83/’84 indossò la maglia del Rende e perché nel 2010 si accomodò sulla panchina dei Lupi. Paolo Stringara però è stato centrocampista di Serie A. Da
L’ex tecnico del Cosenza dedica anima e corpo al progetto Liberi Dentro: “L’opportunità di giocare un campionato è la vera vittoria del progetto”.
Nella provincia di Cosenza è ricordato perché nella lontana stagione ’83/’84 indossò la maglia del Rende e perché nel 2010 si accomodò sulla panchina dei Lupi. Paolo Stringara però è stato centrocampista di Serie A. Da calciatore ha avuto una carriera di primo piano vestendo per molte stagioni la maglia del Bologna di Maifredi e quella dell’Inter di Trapattoni. Nel 1991 alzò al cielo la la Coppa UEFA dopo aver battuto la Roma in finale. Arrivò al San Vito per il dopo Mimmo Toscano, ma la sua avventura in rossoblù durò un paio di mesi. Fu esonerato dopo un ko a Barletta e lasciò il posto a Mario Somma. Non ha mai nascosto le sue idee libertarie, al punto che nel 1996, dopo una promozione in C1 col Livorno, fece il giro di campo dell’Ardenza indossando una t-shirt di Che Guevara. Fu l’apoteosi. Da un po’ di tempo, però, ha cambiato vita. Corriere.it lo ha messo al centro della rubrica “Man of the match“, dove il tecnico toscano spiega il suo nuovo progetto sportivo che lo ha portato a lasciare il calcio professionistico per occuparsi di una nobile causa. Da qualche mese Stringara si dedica con anima e corpo al progetto “Liberi Dentro” allenando la squadra dei detenuti del carcere di Livorno che milita in un torneo UISP.
“È stata una scelta voluta – commenta l’ex mediano – perchè è una cosa che sentivo da diversi anni. Mi è venuta in mente quando giocavo nel Bologna dopo un’amichevole contro i detenuti del carcere della Dozza che, tra l’altro, è una delle partite che ricordo meglio. Questa estate siamo venuti qui e abbiamo parlato con la direttrice e il comandante, che hanno dato piena disponibilità per attuare un progetto pilota. Vogliamo, mediante il calcio, dare la possibilità di vivere una giornata diversa ai detenuti che hanno la possibilità di risocializzare, dettaglio non di poco conto”.
Non mancano battute sulla stagione che sta disputando. A domanda specifica, l’ex tecnico rossoblù risponde: “L’opportunità di giocare un campionato è la vera vittoria del progetto. Noi ovviamente dobbiamo giocare tutte le partite in casa e quando vengono le squadre ospiti si sentono un po’ nella tana del lupo. C’è chi rimane spiazzato perchè non capita tutti i giorni di giocare in un carcere e vivere un’esperienza del genere”.
A Stringara brillano gli occhi quando parla del gruppo che quotidianamente riesce ad allenare: “Sono 30 ragazzi del circuito di massima sicurezza. Avranno sbagliato qualcosa nella vita e sono stati giudicati da chi di dovere. A me queste cose non interessano perchè sono qui per fare l’allenatore di calcio e i ragazzi rispondono bene. C’è molto impegno. Un aspetto significativo è la grande partecipazione dei detenuti che non fanno parte della squadra. Abbiamo perfino il nostro tifo organizzato. Con questo progetto, insomma, abbiamo vinto tutti”. (Francesco Pellicori)