venerdì,Marzo 29 2024

Cavallaro: “Cosenza, non ho paura di calciare un altro rigore. E ai tifosi dico che…”

L’attaccante rossoblù in conferenza stampa spiega il motivo del rientro frettoloso negli spogliatoi dopo il match con la Paganese e del gesto di sabato a Rieti. E’ la freccia in più nell’arco di Giorgio Roselli e per adesso ha centrato due volte il bersaglio. Ha fatto gol all’esordio dal primo minuto a Martina Franca trasformando

Cavallaro: “Cosenza, non ho paura di calciare un altro rigore. E ai tifosi dico che…”

L’attaccante rossoblù in conferenza stampa spiega il motivo del rientro frettoloso negli spogliatoi dopo il match con la Paganese e del gesto di sabato a Rieti.

E’ la freccia in più nell’arco di Giorgio Roselli e per adesso ha centrato due volte il bersaglio. Ha fatto gol all’esordio dal primo minuto a Martina Franca trasformando un penalty e sabato scorso a Rieti contro la Lupa Castelli a tempo scaduto. Su Giovanni Cavallaro, cugino di quel Giacomo Tedesco transitato al San Vito in passato, pesano tuttavia di più gli errori contro il Catanzaro (palo clamoroso a portiere battuto) e contro la Paganese (rigore della vittoria calciato fuori). La tifoseria non ha gradito, perché da uno come lui è lecito attendersi di più.
“NON SONO UN VENDUTO”. “E’ girata un po’ storta in alcuni match a cui aggiungo anche quello col Messina, ma il calcio è giusto: sono del parere che i conti alla fine tornano sempre. A tal proposito, permettetemi di chiarire un aspetto. Il mio gesto di sabato non era riferito né alla curva, né alla tribuna, ma si trattava solo di un gesto liberatorio. La gente è libera di contestarmi dopo un errore, ci mancherebbe altro, ma ho ricevuto insulti e offese anche in privato. Non sono un venduto: se lo fossi stato sarei andato a guadagnare di più altrove”.
L’EPISODIO CON LA PAGANESE. Significativo l’abbraccio dei compagni a margine dello 0-2 di Rieti. “Quando sono arrivato a dicembre – ha spiegato – i compagni mi hanno accolto alla grande. Mi serviva incontrare gente seria come loro, mi sono stati vicini perché venivo da nove mesi di inattività e sapevano ciò che posso dare. L’abbraccio è stato molto significativo. Ho apprezzato tanto. Voglio aprire anche un’altra parentesi: rientrare negli spogliatoi con la Paganese non è stata mancanza di rispetto verso i nostri supporter, ma ero troppo triste e dispiaciuto di ciò che è avvenuto. Non volevo mancare di rispetto a nessuno”.
OBIETTIVO SERIE B. Il rush finale si annuncia frizzante, con quattro match in casa e tre fuori. Proprio l’esperienza dell’ex calciatore della Nocerina potrebbe risultare decisiva. “Sono qua per fare ciò che ho sempre fatto. Sto fuori da quattro giornate e avrei volute giocarle tutte e quattro: decide Roselli però. Ogni volta che mi metterà dentro io darò il massimo perché sono stato preso per questo. E’ il campo che decide, io sono pronto per dare il mio contributo. Ringrazio mister e società che hanno creduto in me. Il nostro allenatore ha detto che il primo rigorista sono io e non mi tirerò indietro. Sono sempre andato dagli undici metri e continuerò a farlo”. Sabato arriverà al Marulla la corazzata Lecce. Ieri sera ha letteralmente preso a pallonate il Catanzaro dimostrando una superiorità schiacciante. “I salentini sono una squadra importante con un organico forte. Braglia vanta un collettivo compatto e concreto sotto porta, ma non ha il gioco del Foggia. Sta bene in campo e servirà il miglior Cosenza. Noi stiamo lavorando sodo e sappiamo che sarà una partita fondamentale per continuare a sognare”.
L’EX SQUADRA. “Il Foggia? Ha tante prime donne e quando non le gestisci per bene, può succedere di tutto – chiude Cavallaro – Non penso siano in difficoltà perché fa il suo gioco e mette sotto chiunque. Crea tanto, ma prende troppi gol. In un ambiente che pretende tantissimo, è facile andare in tilt se non mantieni la calma. Servirebbe maggiore equilibrio”.