Omicidio Rodrigues, il procuratore di Paola: «Carrozzino è l’assassino, non abbiamo alcun dubbio» VIDEO
Il capo della Procura di Paola Bruno Giordano racconta come gli investigatori sono arrivati a Sergio Carrozzino che è stato visto da un testimone salire nella macchina della vittima. Dichiarazioni poi confermate dalle telecamere di video sorveglianza del supermercato di Belvedere Marittimo Quali siano i motivi che hanno portato Sergio Carrozzino (nella foto in basso)
Il capo della Procura di Paola Bruno Giordano racconta come gli investigatori sono arrivati a Sergio Carrozzino che è stato visto da un testimone salire nella macchina della vittima. Dichiarazioni poi confermate dalle telecamere di video sorveglianza del supermercato di Belvedere Marittimo
Quali siano i motivi che hanno portato Sergio Carrozzino (nella foto in basso) ad uccidere Silvana De Matos Rodrigues ancora non è ben chiaro, ma che sia stato lui ad ammazzare la donna brasiliana di Belvedere Marittimo e occultarne il corpo, bruciandola all’interno della sua macchina gli inquirenti ne sono certi. Anzi, certissimi. Il delitto – precisano – non è maturato in un contesto di criminalità organizzata ma presumibilmente il movente potrebbe essere privato o sentimentale. Su questo punto gli accertamenti proseguono nella speranza che lo stesso indagato possa chiarire definitivamente una vicenda che da qualsiasi prospettiva uno la veda arriva sempre alla stessa conclusione, ossia che «Carrozzino è l’omicida» esclama il procuratore capo della Procura di Paola Bruno Giordano coadiuvato in conferenza stampa dal colonnello del Comando Provinciale dei carabinieri di Cosenza Fabio Ottaviani e dal capitano della Compagnia di Scalea Alberto Pinto.
«Sia il delitto della dottoressa di Cetraro sia quello della Rodrigues sono stati commessi con estrema brutalità e grazie alla capacità della Procura di Paola e della polizia giudiziaria siamo riusciti a chiudere il cerchio dopo sei mesi di indagini che sono state molto complesse per il velo di omertà e paura che abbiamo riscontrato durante il percorso investigativo. Siamo soddisfatti tuttavia dell’esito degli accertamenti che ci hanno permesso di richiedere la misura cautelare nei confronti di Carrozzino, il quale si è beccato dal gip di Paola anche l’aggravante della premeditazione». Un omicidio efferato che è stato cristallizzato fino all’inverosimile, riscontrando tutti gli elementi a disposizione dell’accusa che è riuscita a risalire all’unico testimone chiave dell’omicidio. Si tratta di un uomo che quella sera era salito su un pullman e vide Carrozzino avvicinarsi alla macchina di Silvana e dopo poco allontanarsi insieme a lei guidando lui stesso l’auto della vittima. Dichiarazione verificata e confermata dalle telecamere di video sorveglianza poste all’esterno del supermercato nel quale la donna si era recata per la seconda volta a comprare un paio di calze.
Infatti la Rodrigues prima di essere uccisa era uscita dalla sua abitazione dopo essere tornata con il marito: gli inquirenti ritengono che l’acquisto dei collant sia stato solo il pretesto per incontrare Carrozzino, visto che il video mostra le fasi antecedenti alla partenza dei due, quando la stessa donna avrebbe temporeggiato una volta entrata nella sua auto fino all’arrivo di un uomo, poi identificato in Carrozzino. I due sarebbero stati lì fermi per un paio di minuti e dopodiché sono andati via insieme. I minuti successivi permettono agli investigatori di sostenere che la donna sia stata ammazzata in quei momenti, considerato che il luogo dove è stata trovata l’auto bruciata non è molto lontano dall’esercizio commerciale. «Il nostro sospetto è che un contatto tra lei e lui ci fosse stato prima» ha detto Giordano che successivamente aggiunge un altro particolare: «Risulta che la vittima qualche giorno dopo l’uscita dal carcere di Carrozzino dove aveva scontato una condanna a 15 anni per un altro omicidio, parente tra l’altro della famiglia della brasiliana, abbia detto alla sorella di essere a conoscenza che l’indagato fosse di nuovo in libertà. Era forse curiosa del soggetto, ma non abbiamo per ora altri elementi per andare oltre». A Belvedere tutti sapevano chi fosse Sergio Carrozzino e per questo motivo «non abbiamo avuto alcuna collaborazione dalla società civile, diciamo che c’era una paura giustificata» ma da questo momento in poi «ci auguriamo che i cittadini di Belvedere possano fornire ulteriori indizi sull’omicidio, perché Carrozzino è stato giustamente assicurato alla giustizia e da lì non si muoverà». Un plauso infine «ai carabinieri della Compagnia di Scalea e al colonnello Ottaviani che ha collaborato attivamente alle indagini». (a. a.)