“FRONTIERA” | Irreperibile da aprile: all’appello manca solo Scornaienchi
Secondo la Dda di Catanzaro fa parte dell’associazione mafiosa legata al clan Muto di Cetraro ma su di lui pende anche un’ordinanza cautelare nell’ambito dell’inchiesta sul tentato omicidio avvenuto ai danni di un ragazzo di colore. Nel corso della conferenza stampa tenutasi nella sede del Comando Provinciale dei carabinieri di Cosenza, il colonnello Fabio Ottaviani
Secondo la Dda di Catanzaro fa parte dell’associazione mafiosa legata al clan Muto di Cetraro ma su di lui pende anche un’ordinanza cautelare nell’ambito dell’inchiesta sul tentato omicidio avvenuto ai danni di un ragazzo di colore.
Nel corso della conferenza stampa tenutasi nella sede del Comando Provinciale dei carabinieri di Cosenza, il colonnello Fabio Ottaviani aveva sottolineato la bravura dei suoi uomini nel catturare quasi tutte le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Distrettuale di Catanzaro Giovanna Gioia, comunicando che soltanto un indagato era allo stato irreperibile. In realtà non si trova da aprile, allorquando la procura di Paola – coordinata dal procuratore capo Bruno Giordano – aveva emesso un decreto di fermo per il tentato omicidio di un ragazzo di colore, “reo” di aver chiesto di essere pagato dopo aver effettuato dei lavori all’interno di un appartamento. Parliamo di Giuseppe Scornaienchi, classe 1990, “uccel di bosco” da un paio di mesi e coinvolto anche nell’operazione “Frontiera” riconducibile al clan Muto di Cetraro. I carabinieri della Compagnia di Paola, unitamente ad altre forze di polizia giudiziaria, gli danno la caccia da un po’ e nelle ultime ore gli accertamenti sarebbero stati intensificati. Scornaienchi è sospettato di far parte della presunta associazione per delinquere di stampo mafioso, avendo il ruolo – secondo i magistrati della Dda di Catanzaro – «di eseguire rapine e tutti i reati prodromici e conseguenti al fine di dotare, costantemente, economicamente, l’associazione ‘ndranghetistica».
Per quanto riguarda il tentato omicidio di Cetraro, Fedele Cipolla e Mario Iacovo si erano consegnati nei giorni scorsi ai carabinieri dopo un periodo nel quale risultavano irreperibili. Il primo si trovava già in carcere, il secondo invece era in detenzione domiciliare. Il primo è coinvolto anch’egli nell’inchiesta “Frontiera”.