“FRONTIERA” | Cade il concorso esterno per Antonio Abbruzzese
Il presunto esponente di spicco della cosca “Rango-zingari” è coinvolto anche nell’inchiesta contro il presunto clan Muto di Cetraro. Per il Riesame di Catanzaro non è concorrente esterno nell’associazione mafiosa. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro nella giornata di oggi ha annullato il capo 60 della rubrica imputativa, riportato nell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Frontiera”,
Il presunto esponente di spicco della cosca “Rango-zingari” è coinvolto anche nell’inchiesta contro il presunto clan Muto di Cetraro. Per il Riesame di Catanzaro non è concorrente esterno nell’associazione mafiosa.
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro nella giornata di oggi ha annullato il capo 60 della rubrica imputativa, riportato nell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Frontiera”, a carico di Antonio Abbruzzese presunto esponente di spicco della cosca “Rango-zingari” di Cosenza e attualmente in regime di 41bis. L’indagato, finito nel mirino della Dda di Catanzaro anche nell’inchiesta contro il presunto clan Muto di Cetraro, rimane in carcere per un altro capo d’accusa, il 59, e soprattutto per la misura cautelare avuta in “Nuova Famiglia” e “Gentleman”. Secondo la procura antimafia di Catanzaro, Abbruzzese detto “Tonino Banana” avrebbe concorso dall’esterno – insieme ad Adolfo Foggetti, Maurizio Rango, Giuseppe Esposito e Giuseppe Montemurro – «all’associazione per delinquere Muto» accordandosi tra loro «al fine di imporre in tutto l’alto tirreno della provincia cosentina i servizi di buttafuori di un’impresa gestita dagli altri e da appartenenti alla cosca Muto». La storia dei presunti accordi tra le due organizzazioni criminali operanti nel territorio cosentino è stata raccontata dai pentiti Foggetti e Montemurro, il quale prima di collaborare con la giustizia era parte integrante di una società di servizi di bodyguard alla quale fu revocata la licenza dal Prefetto di Cosenza proprio perché ritenuta contigua alla presunta cosca “Rango-zingari”. Antonio Abbruzzese è difeso dagli avvocati Giorgia Greco e Cesare Badolato. (a. a.)