Renzi: «L’Italia ha fatto le riforme, Francia e Germania non rispettano le regole»
Al Corriere della Sera il Premier italiano mette spalle al muro Merkel e Hollande e attacca: «La Spagna ha un deficit doppio del nostro. La Francia non rispetta nemmeno Maastricht con il deficit ancora sopra il 3%. La Germania viola la regola del surplus commerciale». «La legge di bilancio italiana è pronta. Onora le regole
Al Corriere della Sera il Premier italiano mette spalle al muro Merkel e Hollande e attacca: «La Spagna ha un deficit doppio del nostro. La Francia non rispetta nemmeno Maastricht con il deficit ancora sopra il 3%. La Germania viola la regola del surplus commerciale».
«La legge di bilancio italiana è pronta. Onora le regole europee, il deficit scende ancora, rispetta i parametri del fiscal compact che il Parlamento precedente ha votato su indicazioni di Brunetta e Fassina, responsabili economici dei partiti di allora. Dunque la nostra non è una tattica per strappare qualche decimale in più di flessibilità: noi rispetteremo le regole». Matteo Renzi, intervistato dal Corriere della sera, assicura che non c’è «nessuna trattativa sulla legge di Stabilità italiana, che per il terzo anno consecutivo vedrà scendere le tasse. Sono altri che dovranno giustificarsi per il mancato rispetto delle regole». Il premier chiarisce: «La Spagna ha un deficit doppio del nostro. La Francia non rispetta nemmeno Maastricht con il deficit ancora sopra il 3%. La Germania viola la regola del surplus commerciale: dovrebbe essere al 6% e invece sfiora il 9%. Nessuno chiede ai tedeschi di esportare di meno, ma hanno l’obbligo di investire di più e stiamo parlando di decine di miliardi che aiuterebbero l’intera Eurozona. Ho fatto notare questa contraddizione in modo privato prima e pubblico poi. Io non sto zitto per quieto vivere. Con me il giochino “L’Italia pensi a fare le riforme” non funziona più. Noi le riforme le abbiamo fatte, le regole sono rispettate, gli impegni sull’immigrazione ci costano in termini di consenso ma sono doverosi. E dunque ho il dovere di dire che le regole valgono per tutti. Se qualcuno vuole far tacere l’Italia ha sbagliato indirizzo, metodo e sostanza». Per Renzi, ora «la sfida sarà marzo 2017, quando a Roma festeggeremo i 60 anni dell’Ue: come ci presentiamo davanti ai concittadini di tutto il Continente? Spiegando che l’Europa dei padri fondatori è diventato un noioso club di regole finanziarie e algoritmi tecnici? O restituendo un’anima alla visione europea?». Dunque, abbiamo davanti «otto mesi decisivi per la nostra politica estera e per la credibilità delle nostre istituzioni. Voglio risultati concreti, non parate scenografiche», conclude Renzi.