Foti volta pagina: “Col calcio dirigenziale ho chiuso. Ora tifo Calabria”
L’ex patron della Reggina non chiude ad eventuali incarichi istituzionali e parla anche del Cosenza, del rapporto tormentato di Cosentino a Catanzaro e dell’avventura in A del Crotone. Con quel suo sigaro in bocca ha rappresentato in serie A la Calabria per più di dieci anni. Fiero avversario del Cosenza, ma amico della proprietà dell’epoca, Lillo
L’ex patron della Reggina non chiude ad eventuali incarichi istituzionali e parla anche del Cosenza, del rapporto tormentato di Cosentino a Catanzaro e dell’avventura in A del Crotone.
Con quel suo sigaro in bocca ha rappresentato in serie A la Calabria per più di dieci anni. Fiero avversario del Cosenza, ma amico della proprietà dell’epoca, Lillo Foti è uno di quei personaggi amati e odiati contemporaneamente. Al termine di un campionato la sua curva gli dedicò uno striscione invitandolo ad “andare in pensione”, dodici mesi dopo la portò a giocare al Delle Alpi con la Juventus. Il declino, inevitabile a certe latitudini, è stato lento e vissuto quasi come un’agonia. Se è meglio vivere un giorno da leoni o cento da pecora si discuterà in eterno, ma Foti ad un certo punto sedeva ai tavoli che contavano davvero. E non è escluso che possa tornarci sotto altre vesti.
Presidente, ritiene di avere fatto il massimo per salvare la Reggina?
«Mi scusi, ma preferisco non parlare del “problema Reggina”».
Sono dodici mesi che sta lontano dal calcio, le manca?
«Dopo trent’anni credo sia corretta una pausa di riflessione, di valutazione di quello che avviene all’interno di questo sistema. Ho preso un anno sabatico per uscirne completamente. Anche per guardare più attentamente cosa succede sotto l’aspetto istituzionale».
Gliel’avranno chiesto già in tanti, ma è possibile rivederla in sella? Magari nella Lega di B dove c’è il suo amico Abodi…
«Al momento lo escludo, in questo momento ho altri obiettivi».
In Lega Pro Gravina alla fine ha ricevuto un plebiscito, lei non era molto favorevole a questa governance. Perché?
«Se si parla di calcio professionistico credo che ci sia bisogno di una ristrutturazione. Il problema è generale, proprio nel sistema paese. Non si hanno più tante risorse da poter investire nel calcio, quindi è un sistema che dovrebbe autofinanziarsi e per poterlo fare servirebbe una visione un po’ più ampia. È un calcio che ha difficoltà a stare in piedi, lo dicono i fatti. Penso che avrebbe bisogno di una restaurazione. So che anche Guarascio era sulle mie posizioni, per così dire politiche, ma poi non so cos’è successo per fargli cambiare idea».
Facciamo un viaggetto in giro per la Calabria, cominciamo proprio dalla Sila. Riuscirà Guarascio a riportare in B i rossoblù?
«Sono un meridionalista dichiarato quindi auguro a tutte le squadre calabresi il meglio. Sperando che un giorno anche il Cosenza possa ripercorre i passi che hanno fatto in passato Catanzaro, Reggina e, ora, Crotone.»
Ha conosciuto Guarascio e la famiglia Pagliuso, che differenze ci sono?
«I rapporti sono certamente diversi. Con i Pagliuso c’è stato un rapporto di moltissimi anni e quindi una conoscenza più vicina rispetto a quella con Guarascio. Con l’attuale presidente rossoblù un rapporto legato alla convivenza in un campionato di Lega Pro».
A Catanzaro c’è Cosentino e la piazza ormai gli ha dato l’X Factor. Irriconoscenza della tifoeria oppure occasione sprecata da parte sua?
«Cosentino è una persona a cui sono legato in maniera particolare. È stato uno degli sponsor storici della Reggina nei momenti di difficoltà. A Reggio Calabria ha dato il suo contributo, è una persona di una grande sensibilità e che forse, per il tipo di investimento che ha fatto, meritava altri risultati. Credo che abbia pagato il fatto di non aver organizzato una struttura adeguata al tipo di investimento che lui, con grandi sacrifici, ha fatto».
Il Crotone è in Serie A nel frattempo. L’avrebbe mai detto?
«Ho fatto loro i miei complimenti perché il risultato ottenuto è stato frutto di un lavoro molto attento da parte del club. Non mi aspettavo, però, un risultato così negativo ad inizio stagione. L’impatto con la massima categoria ha fatto emergere qualche difficoltà. Mi auguro che possa cambiare strada anche per i rapporti di grande stima che ho nei confronti della famiglia Vrenna e di Gualtieri. Mi auguro un cambio di marcia».
[quote font_size=”16″ align=”left” bgcolor=”#” color=”#” bcolor=”#” arrow=”no”]«Ho fatto al Crotone i miei complimenti, ma non mi aspettavo un risultato così negativo ad inizio stagione. Ha influito molto lo Scida inagibile, ma è un problema di carattere nazionale»[/quote]Quanto incide uno Scida inagibile?
«Il Crotone sicuramente ha pagato l’assenza di strutture e per questo, per tornare all’argomento iniziale, credo che ci voglia una regolamentazione che permetta a tutte le squadre che affrontano la massima serie, di avere impianti adeguati all’impegno».
In Serie A militano tanti suoi ex calciatori. Di quale va più orgoglioso?
«Seguo tutti con grande attenzione e simpatia. Godo dei loro successi perché mi hanno dato molto. È grazie al loro contributo se abbiamo ottenuto determinati risultati. Se proprio devo fare un nome dico Missiroli. Sono molto vicino a Simone perché al momento è fermo per un infortunio, ma ha dimostrato di essere un calciatore utile in una realtà come quella di Sassuolo, contribuendo alle ottime stagioni della squadra di Di Francesco».
Il nostro viaggio si conclude a casa sua, al Granillo. Anzi, al Sant’Agata dove la nuova Reggina è tornata ad allenarsi…
«Non sto seguendo il campionato e, di conseguenza non sono in grado di fare nessuna considerazione sull’aspetto sportivo, tantomeno sull’argomento Sant’Agata. Oramai non mi interessa più, non voglio ritornare su quella storia».
Glielo chiediamo di nuovo, magari dopo questa intervista le è venuta di nuovo voglia. La rivedremo nel calcio?
«Il calcio mi ha dato tantissimo per trent’anni. Io dico grazie al calcio, grazie alla Reggina, grazie a tutti quanti. Credo di avere dato tutto quello che era nelle mie corde. Ho lavorato con grande passione, mettendoci tutto me stesso. Il rapporto è abbastanza equilibrato e non ho nessun tipo di rammarico. Al momento non ho alcun interesse ad entrare nel mondo del calcio in ambito societario. Al massimo in alcuni ambiti istituzionali ma al momento, come dicevo prima, ho altre priorità». (Francesco Pellicori)