Il boss “Luni” Mancuso minaccia il procuratore Marisa Manzini
Il boss “Luni” Mancuso, collegato dal carcere dell’Aquila, ieri mattina durante la deposizione del pentito Andrea Mantella ha minacciato la pubblica accusa e il collaboratore di giustizia. Sul caso indaga la Dda di Catanzaro, il ministero della Giustizia e il Csm sono stati già informati. Il pentito accusa boss e avvocati, il boss Pantaleone “Luni”
Il boss “Luni” Mancuso, collegato dal carcere dell’Aquila, ieri mattina durante la deposizione del pentito Andrea Mantella ha minacciato la pubblica accusa e il collaboratore di giustizia. Sul caso indaga la Dda di Catanzaro, il ministero della Giustizia e il Csm sono stati già informati.
Il pentito accusa boss e avvocati, il boss Pantaleone “Luni” Mancuso minaccia il pm («tu stai zitta…») e il tribunale non interviene. E’ andata così l’udienza del processo “Black Money” davanti al tribunale collegiale di Vibo Valentia, dove ieri il procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, rappresentante della pubblica accusa, ha sentito per ore il collaboratore di giustizia Andrea Mantella.
Il caso è già arrivato sul tavolo del ministro della Giustizia Andrea Orlando e al Consiglio Superiore della Magistratura, mentre il procuratore capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri non ha dubbi: «Ciò che è accaduto in aula è una “caduta di stile” di alcuni ’ndranghetisti che solitamente non fanno sceneggiate plateali. Però se si è arrivati a esternare così insofferenza davanti alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia vuol dire che sono stati toccati nervi scoperti e che si è toccato i vertici di alcune famiglie ‘ndranghetiste. Dal punto di vista investigativo e giudiziario – ha aggiunto Gratteri – è positivo perché consente alla Procura, rappresentata in aula dalla dottoressa Manzini, di spiegare meglio la portata criminale e la pericolosità dei soggetti. Certo dispiace ed esprimo massima solidarietà alla collega Manzini e al tribunale e voglio ribadire che né lei né i giudici sono soli.
La dottoressa Manzini è procuratore aggiunto a Cosenza ma per noi fa parte della magistratura inquirente di Catanzaro che sta diventando sempre più unita e compatta». Gratteri ha anche riferito di avere ricevuto una telefonata di Giovanni Melillo, Capo Gabrinetto del Ministro della Giustizia, «per esprimere la solidarietà del Ministro e di considerare il Guardasigilli pronto ed attentato per qualsiasi cosa sia necessaria per la sicurezza dei magistrati e la funzionalità dell’ufficio. Mi ha anche riferito che c’è il massimo interesse per il distretto di Catanzaro».
Solidarietà al procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini è arrivata anche da Lia Starapoli, presidente dell’associazione “ConDivisa” e da Aldo Pecora, presidente del Movimento Antimafia “Ammazzateci tutti” e non per ultimo dal procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo che conosce bene le difficoltà del territorio di Vibo Valentia, avendo lavorato in passato con la Manzini.