Turismo, Confindustria Cosenza: «Bene il +3%, ma non basta»
Il presidente Metalllo da Rimini, durante la Fiera con TTG, Sia Guest e Sun, spiega: «Serve una programmazione perché l’Alto Ionio ha fatto meglio sfruttando il sold-out della Puglia». «In confronto allo scorso anno abbiamo registrato un 3% in più di fatturato e presenze, ma non possiamo dichiararci soddisfatti perché questo dato è prevalentemente frutto degli
Il presidente Metalllo da Rimini, durante la Fiera con TTG, Sia Guest e Sun, spiega: «Serve una programmazione perché l’Alto Ionio ha fatto meglio sfruttando il sold-out della Puglia».
«In confronto allo scorso anno abbiamo registrato un 3% in più di fatturato e presenze, ma non possiamo dichiararci soddisfatti perché questo dato è prevalentemente frutto degli investimenti e delle scelte imprenditoriali operate dagli operatori turistici calabresi. Quello di cui si avverte la necessità è un piano di promozione coordinato, integrato ed in grado di valorizzare e qualificare l’offerta turistica calabrese». È quanto ha affermato Demetrio Metallo, presidente della Sezione Turismo di Confindustria Cosenza, a Rimini, per la Fiera con TTG, Sia Guest e Sun, tre saloni che abbracciano interamente l’industria turistica.
«In valore assoluto, lo Ionio è andato meglio dell’Alto Tirreno – ha aggiunto Metallo – perché ha goduto dell’effetto turismo tutto esaurito della Puglia, che ha fatto registrare numeri record. Non possiamo accontentarci del troppo pieno di una regione limitrofa. Sarebbe veramente paradossale. Risulterebbe molto più utile studiare e comprendere il fenomeno in maniera tale da utilizzare in maniera creativa ed adeguata ai nostri territori il loro approccio fatto di investimenti efficaci in promozione e di valorizzazione del sistema regione fatto di accoglienza, produzioni tipiche e di qualità ed iniziative tendenti ad allungare la stagione turistica».
«Credo che anche la lezione sull’utilizzo dei fondi comunitari – ha sostenuto ancora Metallo – sia da interiorizzare e mandare a memoria. Nelle passate programmazioni, sono stati di una rara efficacia, a noi resta solo di sperare nella prossima che si sta avviando con non poca fatica. Bisogna puntare su un disegno di sviluppo organico e dell’intero sistema dell’offerta riguardo al turismo calabrese, differenziando ed allargando i target di riferimento. Questo aiuterebbe non solo gli imprenditori, restituirebbe fiducia per realizzare nuovi investimenti, presenterebbe una regione che ha un chiaro disegno di sviluppo, ci presenterebbe all’esterno come un territorio nuovamente attrattivo. Non abbia paura il presidente Oliverio delle prevedibili ire di chi non vuole il cambiamento, punti al consenso degli operatori e dei cittadini che si battono e desiderano una Calabria migliore ed in grado di offrire lavoro ai propri figli».
«Dai dati diffusi da Confindustria Cosenza la stagione estiva appena conclusa – è detto nel comunicato – segna un incremento di presenze, ma gli operatori sono in difficoltà a causa della difficoltà nei collegamenti tra gli aeroporti e i maggiori centri turistici e di un progetto strutturato di promozione che non si limiti al turismo dei soli 15 giorni centrali di agosto». «I colleghi della Puglia – ha continuato il presidente della Sezione Turismo Confindustria Cosenza – hanno prenotazioni fino a novembre, le nostre strutture invece sono quasi chiuse. Abbiamo bisogno di una programmazione strutturata che includa il miglioramento delle infrastrutture, dei collegamenti con gli aeroporti e le stazioni ferroviarie, e percorsi turistici che non comprendano solo il mare, ma anche i centri storici, l’enogastronomia e i musei della nostra regione». «Anche in città – riporta ancora il comunicato – gli alberghi soffrono della mancanza di pacchetti turistici dedicati al turismo leisure, cioè del tempo libero».
«Solo su Rende – ha spiegato Flora Fabiano, consigliere settore turistico Confindustria – abbiamo 1600 posti letto e 900 su Cosenza. Strutture che lavorano per undici mesi all’anno, dal lunedì al giovedì, ma assolutamente vuote nel weekend. Questo perché gli albergatori di città si interfacciano con una clientela prettamente business, mancano offerte che includano i centri storici, gli eventi culturali o enogastronomici del weekend che consentano di attrarre un turismo leisure molto interessante e foriero di importanti ricadute economiche».