domenica,Ottobre 13 2024

Zia Rita, 106 anni e il cancro sconfitto bevendo due tazzine di caffè

Nella piccola frazione di Cerreto, a San Marco Argentano, festa grande per la donna che da oltre un secolo anima il paese. Ha avuto 8 figli, 17 nipoti e 22 pronipoti. E’ in una sperduta frazione di campagna che si è celebrato un evento particolare. Già la torta con 106 candeline per il compleanno di Zia

Zia Rita, 106 anni e il cancro sconfitto bevendo due tazzine di caffè

Nella piccola frazione di Cerreto, a San Marco Argentano, festa grande per la donna che da oltre un secolo anima il paese. Ha avuto 8 figli, 17 nipoti e 22 pronipoti.

E’ in una sperduta frazione di campagna che si è celebrato un evento particolare. Già la torta con 106 candeline per il compleanno di Zia Rita sarebbe roba da manifesti sui muri, figurarsi la storia che c’è dietro. Tumore diagnosticato nel 1973 e cure intensive al Gemelli di Roma lontano dalla sua famiglia: a distanza di più di 40 anni non c’è traccia del male.

La storia di Zia Rita trova spazio questa mattina sulle colonne della Gazzetta del Sud che dà il giusto risalto ad un evento di per sé curioso e significativo. Cerreto fa parte del comune di San Marco Argentano, appena 35 minuti da Cosenza, ma se non si è nati nella Valle dell’Esaro è difficile sapere dove sia. In mezzo ai campi coltivati e alle case dei contadini c’è anche lei, una donna di oltre un secolo con 8 figli, 17 nipoti e 22 pronipoti.

Il coraggio di Zia Rita (Rita Aloia, ndr) – si racconta nell’articolo – è la fotografia della sua esistenza. Rimasta sola quando Angiolino, l’amore della sua vita, partì volontario per la Spagna, si rimboccò le maniche e tirò su tutti i suoi figli. Non solo, perché in paese era soprannominata a’ levatrici visto che aiutava anche le altre donne a partorire quando ce n’era bisogno. Di soldi nemmeno a parlarne, tanto che all’alba, con i figli sulle spalle, andava a zappare la terra. Le bombe e le sirene erano l’unica musica ascoltata in tempo di guerra e di sovente la costringevano a correre per i boschi nel tentativo di trovare riparo dalla follia dell’uomo.

La battaglia più grande Zia Rita l’affrontò nel 1973. Cancro, le dissero, aveva il cancro. Fu costretta ad andare a Roma, al “Gemelli”, per curarsi. Lasciò tutto in Calabria, ma tornò più forte di prima. Oggi non è rimasta traccia di quel male. Il segreto? Un caffè a colazione e un altro a merenda, poi il cibo coltivato dalla sua terra. Auguri Zia Rita e altri 100 di questi giorni.

Articoli correlati