Le brioches di Maria Antonietta in salsa cosentina
– di Gabriele Petrone* Il sindaco Mario Occhiuto vive ormai in una dimensione tutta sua, come Nerone che cantava di una città che non esisteva mentre quella vera bruciava sotto i suoi occhi. Nel frattempo continua, con inconcepibile spregiudicatezza, ad operare ai limiti dei principi più elementari di buona amministrazione. È il caso della recente
– di Gabriele Petrone*
Il sindaco Mario Occhiuto vive ormai in una dimensione tutta sua, come Nerone che cantava di una città che non esisteva mentre quella vera bruciava sotto i suoi occhi.
Nel frattempo continua, con inconcepibile spregiudicatezza, ad operare ai limiti dei principi più elementari di buona amministrazione.
È il caso della recente nomina di due nuovi dirigenti comunali sulla base di un bando “omnibus” emanato due mesi fa. Singolare la circostanza che uno dei due sia legato alla società che ha in affidamento il Castello Svevo e abbia gestito numerosi eventi organizzati dal Comune. In attesa di verificare se i nominati sono in possesso dei requisiti previsti dalla legge, si potrà certamente dire che a Cosenza si è ormai arrivati alla “filiera unica” della gestione degli eventi.
Proprio alla luce di ciò, inoltre, credo sia meglio stendere un pietoso velo sulle vere motivazioni del sostegno a Mario Occhiuto, eletto ad icona di progressismo culturale (sic), da certa sinistra radical chic di questa città.
Ad ogni modo ci pare evidente che il bando appalesi evidenti elementi di illegittimità per i quali i consiglieri comunali della minoranza hanno già chiesto e continueranno a chiedere le opportune verifiche alla Corte dei Conti e all’ANAC di Raffaele Cantone.
Prosegue intanto la pantomima del sindaco sul Centro Storico: a chi gli chiede “dove vai” continua a rispondere “porto pesci”.
Invece di misurarsi nel merito delle proposte e delle indicazioni della minoranza (corredate anche dalla minuziosa elencazione delle risorse finanziarie disponibili) e a cercare una interlocuzione positiva innanzitutto con la Giunta regionale, si rifugia nella polemica sterile mettendo insieme questioni diverse e ripetendo la sua propaganda sul Castello, sui fiumi e, ovviamente, sulla straordinaria “patacca” di Alarico, oggi smontata pezzo per pezzo da un prestigioso gruppo di archeologi, storici e studiosi di livello nazionale con una lettera aperta al Ministro Franceschini. Una vera e propria figuraccia, l’ennesima, per una politica “culturale” che sta facendo sghignazzare tutto il meglio della cultura italiana che, giustamente, non può accettare che la ricerca archeologica e storica serie oggi vengano messe sullo stesso piano di Indiana Jones e di Topolino.
Intanto, mentre il Centro storico si sbriciola e i suoi abitanti sono esposti a serio rischio di incolumità, il Sindaco non trova di meglio che polemizzare con i giornalisti che di questo problema raccontano dipingendoli come oscuri agenti dell’opposizione e a stanziare 500mila euro per le luminarie nello stesso momento in cui al Centro anziani di Via Milelli tagliano la corrente.
Insomma siamo alla tragicomica rappresentazione dell'”etica delle brioche” di Maria Antonietta in salsa cosentina.
*Segretario PD I Circolo Centro Storico Cosenza