domenica,Ottobre 13 2024

Pd, l’accusa di Damiano Covelli: «Occhiuto paga ancora cambiali elettorali»

Durissimo commento del capogruppo del Pd Damiano Covelli alla luce delle nomine dei dirigenti Giovanni De Rose e Giampiero Calabrese. «Lunedì mattina chiederò gli atti, perché il Partito democratico vuole andare fino in fondo in questa ennesima storia che potrebbe rivelare profili non chiari». Le nomine di Giovanni De Rose e Giampiero Calabrese stanno scatenando

Pd, l’accusa di Damiano Covelli: «Occhiuto paga ancora cambiali elettorali»

Durissimo commento del capogruppo del Pd Damiano Covelli alla luce delle nomine dei dirigenti Giovanni De Rose e Giampiero Calabrese. «Lunedì mattina chiederò gli atti, perché il Partito democratico vuole andare fino in fondo in questa ennesima storia che potrebbe rivelare profili non chiari».

Le nomine di Giovanni De Rose e Giampiero Calabrese stanno scatenando diverse polemiche all’interno dell’opposizione, ma si narra che anche tra la maggioranza sono riaffiorati vecchi mal di pancia. Il primo è stato nominato dirigente del “Personale e Controllo di gestione”, mentre Calabrese alla Cultura, Turismo e Spettacolo.

Il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale, Damiano Covelli attacca duramente il sindaco Mario Occhiuto: «Due nomine dirigenziali che servono a pagare ancora una volta cambiali elettorali. Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, rispetta i patti presi con pretoriani, fedelissimi, clientes. Non mi meraviglia la logica con cui ha nominato i due beneficiari dell’ennesima prebenda. Lunedì mattina chiederò gli atti, perché il Partito democratico vuole andare fino in fondo in questa ennesima storia che potrebbe rivelare profili non chiari. La scorsa amministrazione Occhiuto ha trasformato Palazzo dei Bruzi nel regno delle pratiche clientelari».

Le parole di Covelli sono ancora più pesanti quando scrive che «l’architetto non ha perso questa pessima abitudine. E’ un populista, ma della peggiore specie. Il cavallo di Alarico e le sue prese di posizione al limite della correttezza istituzionale che impone il suo ruolo sono elementi che servono a coprire gli strani giochi di cui è protagonista a Palazzo dei Bruzi. Mi riferisco al suo attacco a media e giornalisti che non assecondano il suo delirio di onnipotenza. Ha flagellato una cronista per un articolo sulla potatura degli alberi. Occhiuto pensa di poter dire e fare quello che vuole. E’ senza filtri e si sente impunito. Quando la città si riprenderà dalla sbornia populistica resteranno macerie. Forse si aggiungeranno le nuove macerie morali che Occhiuto ha creato con quelle tangibili dei crolli del centro storico e dell’assenza di serie politiche di welfare a sostegno dei poveri. Non bastano piccoli simboli acquistati durante i saldi per stare vicino a quella parte di città invisibile agli occhi del tiranno».

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