domenica,Ottobre 13 2024

Sequestri all’Annunziata, Occhiuto: «Adesso intervenga la politica»

Dopo i provvedimenti della procura di Cosenza, il sindaco Mario Occhiuto interviene sul caso dell’ospedale Annunziata e rilancia l’idea della costruzione sul sito già esistente, chiedendo alla politica di fare la sua parte. «Il sequestro di ben 7 sale operatorie dell’ospedale più importante di Cosenza e di tutta la provincia, non può ridursi a fatto

Sequestri all’Annunziata, Occhiuto: «Adesso intervenga la politica»

Dopo i provvedimenti della procura di Cosenza, il sindaco Mario Occhiuto interviene sul caso dell’ospedale Annunziata e rilancia l’idea della costruzione sul sito già esistente, chiedendo alla politica di fare la sua parte.

«Il sequestro di ben 7 sale operatorie dell’ospedale più importante di Cosenza e di tutta la provincia, non può ridursi a fatto di cronaca che nello spazio di 24 ore viene dimenticato. Ma deve invece rappresentare un grave monito affinché quella classe politica che ha un ruolo decisionale nel settore della Sanità ponga fine al calvario dei cittadini e degli operatori medici».

Per il sindaco Mario Occhiuto, com’è noto, l’esigenza di costruire un nuovo e più funzionale ospedale sul sito esistente dell’Annunziata (GUARDA LE FOTO) non è mai stato un semplice slogan da utilizzare in campagna elettorale. Con un atto senza precedenti in Italia, Occhiuto nell’estate 2014 firmò addirittura un’ordinanza che imponeva all’Azienda ospedaliera di assumere sette medici per far fronte così alla “costante” emergenza del Pronto soccorso. Ordinanza che non ebbe poi seguito a causa del freno da parte della stessa Azienda ospedaliera e del Commissario regionale ad acta nel settore della Sanità.

«Al di là della pesante inchiesta della Procura che ci ha fatto mestamente balzare sui media di tutta Italia – aggiunge Occhiuto – ogni singolo cittadino che suo malgrado mette piede nel nostro nosocomio, escludendo alcuni reparti di eccellenza e gli sforzi encomiabili del personale sanitario, constata all’istante un quadro generale che non fa onore ai tempi di civiltà e progresso in cui viviamo. Occorre agire, non possiamo prorogare ulteriormente una situazione che ci lascia indietro anni luce dal resto del Paese e che, soprattutto, non offre le adeguate garanzie di diritto a un’assistenza decorosa».

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