Tricarico-story: “Qui ad Isola arriveremo in alto. Salernitana, che amore. E sul Cosenza…”
Il centrocampista di Cetraro gioca per la prima volta in Calabria dopo più di 15 anni di carriera e 250 presenze in Lega Pro: “Ad Isola un’organizzazione impeccabile. Con la Cittanovese sarà duello fino alla fine. Il mio futuro sarà in panchina”. Quest’oggi andiamo un pò più di là della provincia di Cosenza. Arriviamo fino
Il centrocampista di Cetraro gioca per la prima volta in Calabria dopo più di 15 anni di carriera e 250 presenze in Lega Pro: “Ad Isola un’organizzazione impeccabile. Con la Cittanovese sarà duello fino alla fine. Il mio futuro sarà in panchina”.
Quest’oggi andiamo un pò più di là della provincia di Cosenza. Arriviamo fino ad Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, per raccontare la storia di un grande calciatore. Un centrocampista che ha lasciato ricordi splendidi dovunque abbia giocato e che, nonostante sia un cetrarese doc, gioca in pratica quest’anno per la prima volta in Calabria. Stiamo parlando di Andrea Tricarico, classe 1983, che dirige splendidamente il centrocampo dell’Isola Capo Rizzuto capolista in Eccellenza, come un vero direttore d’orchestra. Un metronomo che detta i tempi, contrasta e fa ripartire l’azione con il quale iniziamo a parlare proprio del campionato. Dopo tanti anni di Lega Pro e gli ultimi 3 in Serie D, come si trova ad affrontare l’Eccellenza calabrese? “Devo dire che mi aspettavo peggio. Quasi tutte le squadre sono organizzate ed il livello è buono. Ho trovato un discreto campionato e, anche grazie ai miei compagni ed a mister Salerno, mi sto divertendo. Poi qui ad Isola c’è davvero tutto per fare bene. Il Presidente Sacco e tutta la società fanno della serietà il loro cavallo di battaglia ed un calciatore deve soltanto pensare a fare il suo dovere in campo perchè fuori non ci fanno davvero mancare nulla. L’organizzazione è degna di una squadra almeno di Lega Pro e gli obiettivi sono grandiosi”. Tutto perfetto? Quasi. “Un unico appunto lo vorrei fare al pubblico. Mi sarei aspettato più presenze allo stadio dopo tutto quello che stiamo facendo. Sono sicuro però – spiega Tricarico – che ci faranno sentire il loro calore nel rush finale del campionato”.
Duello avvincente per la testa della classifica tra Isola Capo Rizzuto e Cittanovese, con i giallorossi crotonesi che precedono i rivali di un punto. Anche se, 2 dei 48 punti raccolti dall’Isola, sono arrivati solo dalla Giustizia Sportiva: “Devo dire che la Cittanovese sta viaggiando alla grande e sono sicuro che non molleranno fino alla fine. Dobbiamo essere bravi a fare lo stesso anche noi. Chi è più forte delle due? Credo che noi comunque abbiamo qualcosa in più sulla carta dei nostri avversari. Ma ciò non vuol dire niente in fin dei conti”. Nel frattempo sabato vittoria in casa della Vigor Lamezia anche grazie ad un suo gol con un gran tiro da fuori. Roba rara. “Erano due anni esatti che non riuscivo a fare centro. Sicuramente fa piacere principalmente perchè è servito a vincere su un campo difficilissimo. Sabato credo che abbiamo dato un grandissimo segnale al campionato. Anche perchè ad inizio stagione la Vigor Lamezia partiva con le nostre stesse ambizioni di vertice ed in casa fino a quel momento non aveva mai perso”.
Dicevamo all’inizio. Primo anno in Calabria: “Esclusi 6 mesi alla Rossanese nel 2002, la mia carriera è sempre stata lontano dal mio luogo di nascita”. E che carriera: più di 250 presenze tra i professionisti, 4 campionati di Lega Pro vinti e nel curriculum maglie importantissime come quelle di Fidelis Andria, Castel di Sangro, Paganese, Igea Virtus, Lanciano e Salernitana. Prima di scendere in Serie D con Gelbison e San Severo negli ultimi 3 anni. Tra tutte le sue ex squadre Tricarico non ha dubbi a scegliere: “I tre anni e mezzo con la maglia della Salernitana sono stati senza dubbio i più belli ed importanti della mia carriera. Con la maglia granata ho vinto un campionato di Lega Pro ed ho giocato per due anni in Serie B, perdendo poi un’altra finale play-off di Lega Pro contro il Verona. Mi inorgoglisce soprattutto il fatto di essere ricordato ancora con tanto affetto dai tifosi. Salerno è sempre nel mio cuore. Però non posso certo dimenticare i due campionati di C2 vinti con la Paganese (l’altro con la Fidelis Andria, ndr): un’altra esperienza meravigliosa. Diciamo che in Campania ho fatto quello che magari mi sarebbe piaciuto fare in Calabria”. Eh già, perchè Tricarico è uno dei prodotti migliori usciti dal vivaio del Cosenza: “Ho giocato per 7 anni con quella maglia a livello giovanile e mi sarebbe piaciuto farlo anche dopo. Purtroppo non ce n’è stata la possibilità. A dire la verità nel 2012, dopo aver vinto il secondo campionato a Pagani, ho avuto la chiamata di Stefano Fiore ma non c’è stata nemmeno una trattativa perchè il Cosenza poi non ha poi avanzato una proposta”. Rimpianti in carriera? “Quello di essere uscito fuori dal calcio che conta troppo presto. E’ una cosa che non riesco ancora a spiegarmi. Torniamo sempre al 2012. A 29 anni, come ho detto prima, ho centrato nuovamente il salto di categoria con la Paganese disputando 35 presenze su 38. Sono nel pieno della forma ma in scadenza di contratto. Per tutta l’estate aspetto la chiamata giusta ma non arriva. Rimango fermo fino a dicembre dove sono in pratica costretto ad accettare la proposta del Rieti in Eccellenza. Da lì in poi sono uscito dal giro e questo mi dispiace tantissimo. Però ormai è andata e va bene così”.
Tanti allenatori avuti e dei tanti compagni incontrati. Quelli che hanno un posto speciale per Tricarico quali sono? “Come tecnico scelgo Gianluca Grassadonia che mi ha allenatore in due occasioni: prima a Salerno e poi a Pagani (dove ancora adesso allena la Paganese, ndr). Sono sicuro che presto arriverà in categorie più alte. Mi ha dato tanto e merita moltissimo. Come compagni di squadra invece devo citarne due. Il primo è Luca Fusco che è stato il mio capitano a Salerno e mi ha insegnato tanto sia come calciatore che come uomo. Il secondo è Dino Fava. Indubbiamente il più forte attaccante con il quale abbia mai giocato. Un vero amico anche fuori dal campo”.
Infine uno sguardo sul futuro. Cosa farà Tricarico da grande? “L’estate scorsa ho preso il patentito d’allenatore Uefa B. Diciamo che mi sono portato avanti con il lavoro perchè per il momento voglio ancora giocare per tanti anni. Però indubbiamente il mio futuro spero possa essere in panchina”. Da allenatore in campo alla panchina. Il passaggio non dev’essere poi così difficile per uno ch’è già un direttore d’orchstra. (Alessandro Storino)