venerdì,Marzo 29 2024

Analisi tattica: Cosenza con la pancia piena, via libera ad un Siracusa “quadrato”

– di Gianluca Gagliardi* L’obbiettivo sarà arrivare ai playoff non solo con una classifica migliore, ma anche e soprattutto con una condizione psico/fisica/tattica migliore. Dopo il roboante successo infrasettimanale ci aspettavamo un Cosenza carico e stimolato vista la possibilità e l’occasione di riprendersi quel quinto posto che per qualità della rosa gli appartiene. Sottil, tecnico ospite,

Analisi tattica: Cosenza con la pancia piena, via libera ad un Siracusa “quadrato”

– di Gianluca Gagliardi*
L’obbiettivo sarà arrivare ai playoff non solo con una classifica migliore, ma anche e soprattutto con una condizione psico/fisica/tattica migliore.

Dopo il roboante successo infrasettimanale ci aspettavamo un Cosenza carico e stimolato vista la possibilità e l’occasione di riprendersi quel quinto posto che per qualità della rosa gli appartiene.

Sottil, tecnico ospite, opta per un 4-2-3-1 abbastanza solido e compatto grazie alla fisicità e all’esperienza della colonna portante della squadra, composta dal portiere, dai due centrali difensivi, dai due mediani e dalla punta centrale. In particolare Turati, dietro e Spinelli e Giordano in mezzo al campo (entrambi classe 1982!), hanno guidato il resto della squadra garantendo equilibrio, geometrie e appunto tanta esperienza.

De Angelis conferma in toto l’undici vittorioso di Monopoli e quindi il 4-3-3 come modulo iniziale. L’inizio gara dei Lupi era stato promettente offrendo per 10′-15′ un buon ritmo e delle trame interessanti, grazie soprattuto alla verve e ai veloci inserimenti in verticale del buon Mungo.

Poi, quasi come se si fosse spenta quella carica e adrenalina derivante dal successo infrasettimanale, la partita ha assunto quei ritmi lenti e prevedibili di fine stagione rendendo così vita facile all’organizzata difesa ospite.

Siracusa “quadrato e sornione” con un classico 4-4-1-1 in fase di non possesso che ha visto tutti i componenti sempre abili e veloci nel posizionarsi dietro la linea della palla nella propria trequarti. In particolare, con molta umiltà (altrimenti farebbero fatica), Scardina  andava ad attaccare uno dei due difensori centrali del Cosenza chiudendo la linea di passaggio al compagno di reparto e costringendolo più volte a portare palla, vista anche la contemporanea pressione che De Silvestro esercitava su Ranieri. Il resto della squadra restava compatta formando due linee molto strette e corte, lasciando così al portatore di palla di turno (Tedeschi o Blondett) l’uscita sull’esterno basso (Corsi e D’Orazio).

Tutto questo ha reso difficile la manovra dei Lupi che forse non si aspettavano un Siracusa schierato con il 4-4-1-1 e che più volte ha dovuto improvvisare o forzare la giocata. Il merito degli ospiti sta in quello che fa sempre la differenza in una squadra che vuole raggiungere l’obbiettivo: l’organizzazione, la concentrazione (quindi i tempi) e la cattiveria agonistica con cui andava ad aggredire la palla e l’avversario.

Il Cosenza da parte sua avrebbe dovuto avere più pazienza nel giro palla, alzando Ranieri che, ben marcato dall avversario, occupava inutilmente uno spazio fondamentale in fase di costruzione e abbassare a turno una delle due mezzali. Contemporaneamente l’altro intento doveva essere abile ad attaccare lo spazio in profondità che creavano Mendicino (venendo incontro) e uno dei due esterni (rientrando tra le linee). Tutto questo andava fatto dando velocità al giro palla e ottimizzando i tempi e lo spazio da attaccare. Questo anche in virtù della fisicità e quindi della lentezza dei due centrali di difesa e di centrocampo. Proprio quest’ultimi (Spinelli e Giordano) andavano pressati meglio in fase di non possesso e attaccati in velocità in fase di possesso (né più e né meno di come fatto in due occasioni da Mungo nei primi 10′).

Probabilmente il gol incassato al 30′ ha di fatto reso impossibile questa possibilità visto il cambiamento tattico optato dal tecnico rossoblù che ha portato Letizia a ridosso di Mendicino, statella a sinistra, mungo a destra e Caccetta vicino a Ranieri in una sorta di 4-2-3-1. De Angelis avrà pensato di arrecare pericolo alla rocciosa difesa sicula col il furetto Letizia ad agire tra i due reparti, ma non ha trovato mai concretezza per la lentezza di manovra.

Non posso non evidenziare la sequenza di errori nell’occasione del primo gol, che ha visto Corsi e Statella (in raddoppio) far passare una palla centrale e la totale assenza di un centrocampista ad occupare lo spazio attaccato da Malerba. Lo stesso ha avuto perfino il tempo di guardare, prendere la mira e calibrare alla perfezione il cross sul secondo palo laddove D’Orazio si è fatto trascinare centralmente, lasciando all’avversario la comodità della conclusione a rete.

Il secondo tempo ha visto subito il Cosenza subire il raddoppio da una palla inattiva (anche in questo caso si poteva e doveva fare meglio) che sicuramente ha contribuito a dare maggiore fiducia a gli ospiti e depresso i padroni di casa. Il Siracusa a questo punto ha trovato vita facile nelle ripartenze che di volta in volta i rossoblù concedevano in virtù di un atteggiamento ultra offensivo voluto dal tecnico silano con l’entrata in campo di Baclet e Cavallaro in luogo di Mungo e Letizia: 4-2-4.

Per 15′ si è assistito a continui capovolgimenti di fronte con occasioni per entrambe le compagini, per poi tentare con l’ultimo cambio (Calamai per Ranieri ) un 3-4-3 disperato che non ha però generato nulla di pericoloso. Nel calcio i se e i ma non portano da nessuna parte, pertanto bisogna continuare a credere nel lavoro quotidiano con l’obbiettivo di arrivare ai playoff non solo con una classifica migliore, ma anche e soprattutto con una condizione psico/fisica/tattica migliore.
*Gianluca Gagliardi, ex tecnico di Cosenza e Triestina