Città Unica dell’area urbana, l’intervento di Francesco Tenuta
– di Francesco Tenuta* Da qualche mese a questa parte i sindaci di Rende e Cosenza continuano a parlare e a discutere di Città Unica. Anzi, hanno inteso accelerare in tal senso, dando mandato ai loro rispettivi segretari comunali di verificare i passaggi amministrativi da attuare in funzione del progetto “Città Unica”. Un importante idea
– di Francesco Tenuta*
Da qualche mese a questa parte i sindaci di Rende e Cosenza continuano a parlare e a discutere di Città Unica. Anzi, hanno inteso accelerare in tal senso, dando mandato ai loro rispettivi segretari comunali di verificare i passaggi amministrativi da attuare in funzione del progetto “Città Unica”.
Un importante idea su cui anche i socialisti della “Francesco Principe”, in una recente riunione di sezione, hanno inteso dire la loro.
Siamo certamente favorevoli – afferma il segretario Tenuta – ad una fusione dei Comuni che possa contribuire a migliorare, da un punto di vista qualitativo, la città di Rende; che possa migliorare i servizi come quello dei trasporti, della raccolta dei rifiuti; che possa favorire una pianificazione urbanistica ed edilizia integrata ed associata.
Non esiteremmo un minuto a contribuire, anche attraverso il referendum consultivo, a votare favorevolmente alla città metropolitana. Tuttavia, per un progetto così grande, importante ed ambizioso, occorre un’amministrazione altrettanto grande, importante e ambiziosa. E non mi pare di scorgerla in quella che attualmente occupa il Comune di Rende.
Una città che ha perso il suo appeal economico, sociale e culturale; che ha perso – al di là di meri titoli di onorificenza – il senso stesso di città; che ha perso, negli anni, la sua centralità politica ed amministrativa, non può certamente essere spinta verso un progetto, che si risolverebbe in una mera annessione territoriale della stessa alla città di Cosenza.
Un’amministrazione divisa (vedi l’ultimo consiglio comunale), inconcludente e inefficiente, che ha contribuito a cambiare sì il volto di questa città, ma in maniera assolutamente negativo, decretandone la sua (quasi) morte, non può di certo guidare un processo così importante. Tanto più laddove non è riuscita a presentare alla città uno studio di fattibilità sul quale potersi confrontare e discutere e, se del caso, addivenire ad un percorso condiviso e partecipato da tutti i cittadini.
All’assenza di adeguate soluzioni, adottate da questa amministrazione, inerenti Convenzioni o Unioni di Comuni sui servizi, al fine di verificare e riscontare gli effettivi impatti positivi sulla città, non possono sostituirsi meri slogan politici o, peggio ancora, mere, stereotipate e apodittiche teorie sulle economie di scala, sulle riduzioni dei costi nella gestione dei servizi, sulla maggiora capacità attrattiva di finanziamenti nazionali e comunitari.
L’approssimazione, la fretta e la troppa superficialità con cui questa amministrazione ha inteso e intende affrontare questa delicata vicenda – così come tutte le altre questioni attinenti la città – ormai non ci meravigliano.
Bisogna essere seri, almeno per una volta.
Prima della Città Unica, vogliamo che Rende ritorni ad essere una Città. Solo così potrà raggiungersi un siffatto ed importante traguardo.
*PSI-Rende