Giudichiamo o sosteniamo?
– l’editoriale di Piero Bria I giudizi lasciamoli alla fine. Nel mentre diamoci una mano tutti: squadra, tifosi e società. Un fronte comune per cercare di arrivare al grande appuntamento nel migliore dei modi. Far sì che il proprio stato d’animo venga determinato dal Cosenza di quest’anno genera una “doppia personalità da fede calcistica”. Pronti
– l’editoriale di Piero Bria
I giudizi lasciamoli alla fine. Nel mentre diamoci una mano tutti: squadra, tifosi e società. Un fronte comune per cercare di arrivare al grande appuntamento nel migliore dei modi.
Far sì che il proprio stato d’animo venga determinato dal Cosenza di quest’anno genera una “doppia personalità da fede calcistica”. Pronti a denigrare dopo una sconfitta in casa, ad esaltare dopo una vittoria lontano dal Marulla. Purtroppo è ciò che determinano i numeri. Nicolas de Chamfort, scrittore francese, affermò che «più si giudica, meno si ama». Di sicuro, però, non si riferiva allo sport ed al calcio più in generale. Eppure saremmo curiosi di sapere come descriverebbe coloro i quali si fanno trasportare dal vento nel giudicare la propria squadra del cuore. E non solo a Cosenza ovviamente. Tutti vogliono vincere ma, alla fine, rispetto ai partecipanti soltanto pochi eletti possono festeggiare. Agli altri resta quel sapore di sconfitta che determina poi i passi successivi. Farsi risucchiare nel vortice dei perdenti o comprendere cosa si è sbagliato per cercare di essere più competitivi in futuro?
Logico che ai tifosi non importi. Chi paga il biglietto pretende. Pretende la prestazione, pretende la determinazione, pretende la vittoria. Se a questo aggiungiamo che i giocatori sono pagati più di qualsiasi tifoso presente allo stadio il cerchio si chiude in favore di chi si sente in diritto di giudicare, criticare, esaltare. E gli altalenanti giudizi sono la conseguenza di partite che, soprattutto oggi, determinano il rischio di “convulsioni da risultato”.
Il Cosenza di De Angelis non ha ancora una sua identità. Eppure abbiamo una certezza: fuori casa questa squadra sembra avere una marcia in più. E al Marulla? Ci sono ancora due gare da giocare per invertire la tendenza e cercare di dimostrare, soprattutto a chi giudica troppo velocemente, che nulla è scritto e tutto può essere modificato dai nostri atteggiamenti, dalla nostra voglia e dal duro lavoro. Al Cosenza l’ardua sentenza.
Altrimenti a Caccetta & c. toccherà abbassare il capo e accettare passivamente i giudizi determinati dai risultati. Giudichiamo o sosteniamo? Ad oggi la seconda. Del resto, pensandoci bene, siamo in corsa per un posto idoneo nella griglia playoff. E a quel punto tutto è una lotteria. I giudizi lasciamoli alla fine. Nel mentre diamoci una mano tutti: squadra, tifosi e società. Un fronte comune per cercare di arrivare al grande appuntamento nel migliore dei modi. Che dite… può valerne la pena?