giovedì,Marzo 28 2024

Bancarotta fraudolenta, arrestato un imprenditore e sequestrati dei beni

La Guardia di Finanza ha notificato una misura cautelare nei confronti di un imprenditore cosentino, Vincenzo Scaglione, operante nel settore edile per il delitto di bancarotta e 3 misure interdittive del divieto dell’esercizio dell’ufficio di amministratore di imprese e/o società giuridiche nei confronti di 3 parenti stretti dell’arrestato. I militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di

Bancarotta fraudolenta, arrestato un imprenditore e sequestrati dei beni

La Guardia di Finanza ha notificato una misura cautelare nei confronti di un imprenditore cosentino, Vincenzo Scaglione, operante nel settore edile per il delitto di bancarotta e 3 misure interdittive del divieto dell’esercizio dell’ufficio di amministratore di imprese e/o società giuridiche nei confronti di 3 parenti stretti dell’arrestato.

I militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito delle indagini condotte della Procura della Repubblica di Cosenza – rappresentata dal pubblico ministero Domenico Frascino – hanno notificato 1 misure cautelare personale nei confronti di un imprenditore cosentino operante nel settore edile per il delitto di bancarotta fraudolenta punito dall’articolo 216 e 223 R.D. 16 marzo 1942 nr. 267 (Legge Fallimentare) e 3 misure interdittive del divieto dell’esercizio dell’ufficio di amministratore di imprese e/o società giuridiche nei confronti di 3 parenti stretti dell’arrestato.

Contestualmente, i Finanzieri stanno operando il sequestro preventivo di beni immobili (magazzini, terreni, ecc.), di quote societarie nonché di denaro, titoli ed altri valori mobiliari nella disponibilità dell’imprenditore.

In particolare, le indagini di polizia giudiziaria condotte dai Finanzieri calabresi hanno accertato il dissesto finanziario della società e, quindi, il depauperamento del patrimonio della stessa attraverso la cessione della parte attiva ad una nuova società, formalmente intestata a familiari del titolare ma, di fatto, dallo stesso amministrata.

Ciò ha permesso di “svuotare” la società in forte esposizione debitoria. Contemporaneamente, i beni strumentali, i terreni e gli immobili per un valore complessivo di circa 900 mila euro venivano distratti – attraverso un articolato sistema di trasferimento fittizio – in favore della nuova società comunque riconducibile all’imprenditore, incaricata di alienare a terzi in buona fede (e, quindi, al riparo dalle pretese dei creditori) senza alcun ritorno economico per la fallita. La nuova società, in sostanza, sin dalla sua costituzione, non aveva alcuna capacità operativa, limitandosi ad operare come schermo della fallita per perpetrare le distrazioni fraudolente.

Tra i creditori, si annoverano fornitori per circa 330 mila euro ed Enti Pubblici (Agenzia delle Entrate, INPS ed INAIL) per circa 770 mila euro, per il mancato pagamento delle imposte e l’omesso versamento di contributi per i lavoratori dipendenti.

La ricostruzione delle vicende societarie era resa particolarmente difficoltosa dal fatto che la documentazione amministrativo-contabile è risultata distrutta e la sede della società risultava trasferita dapprima a Roma, e, successivamente, in Romania.

Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza, hanno consentito all’A.G. inquirente di richiedere ed ottenere i provvedimenti notificati in data odierna agli indagati, i quali devono rispondere dei reati di bancarotta fraudolenta e di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi.

Parallelamente, l’opera della Guardia di Finanza ha puntato a ricostruire il patrimonio della società avviata al fallimento, disperso in piccoli rivoli, al fine di porre a disposizione della medesima A.G. beni, denaro ed immobili anche per garantire e soddisfare i diversi creditori.