Inchiesta per i lavori sulla Sa-Rc, revocati i domiciliari a uno degli indagati
Il tribunale del Riesame di Catanzaro ha accolto parzialmente la richiesta di revoca della misura cautelare nei confronti di uno degli indagati, raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare vergata dal gip del tribunale di Vibo Valentia. L’inchiesta riguarda i lavori sulla Sa-Rc, nel tratto compreso tra Mileto e Rosarno. Si tratta dell’indagato Vincenzo De Vita, difeso
Il tribunale del Riesame di Catanzaro ha accolto parzialmente la richiesta di revoca della misura cautelare nei confronti di uno degli indagati, raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare vergata dal gip del tribunale di Vibo Valentia. L’inchiesta riguarda i lavori sulla Sa-Rc, nel tratto compreso tra Mileto e Rosarno.
Si tratta dell’indagato Vincenzo De Vita, difeso dagli avvocati Guido Siciliano e Giovanni Spataro del foro di Cosenza, che inizialmente era stato sottoposto agli arresti domiciliari, mentre il Tdl di Catanzaro ha modificato la misura in una interdizione della durata di tre mesi dai pubblici uffici.
Agli indagati vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni di Ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in atto pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti e abuso d’ufficio.
In carcere erano finiti Gregorio Cavaliere (difeso dagli avvocati Giuseppe Scozzani e Maria Zalin), Vincenzo Musarra, Carla Rota (difesa dall’avvocato Maria Zalin) e Domenico Gallo, mentre erano stati posti ai domiciliari anche Consolato Cutrupi, Giovanni Fiordaliso, Salvatore Bruni e Antonio Croce.
Nel caso di Cavaliere, il Riesame ha confermato la custodia in carcere, mentre ha concesso i domiciliari a Rota.
Dalle indagini sull’esecuzione dei lavori di ammodernamento affidati in Appalto dall’Anas per un importo di circa 61 milioni di euro, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Bruno Giordano e dal sostituto procuratore, Benedetta Callea, ed eseguite dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, sarebbe emerso il quadro di presunte diffuse irregolarità, estrinsecatesi attraverso vari episodi di truffa e frodi nelle pubbliche forniture; false certificazioni di lavori mai effettivamente eseguiti, eseguiti solo in parte o eseguiti in grave difformità rispetto alle previsioni contrattuali; alterazioni della contabilità lavori; omissioni, da parte degli organi della Stazione Appaltante, di verifiche e controlli.
Secondo i finanzieri, vi era il rischio di incolumità pubblica, visto il materiale scadente utilizzato, per il tratto autostradale Mileto-Rosarno. (a. a.)