venerdì,Marzo 21 2025

Strage di Cassano, il teste: «Sono allergico, non sentii alcun odore di bruciato»

Nuova udienza del processo sulla strage di Cassano. Oggi in aula, davanti alla Corte d’Assise di Cosenza, la pubblica accusa ha sentito un altro testimone della sua lista. Si tratta di Francesco Cavaliere, amico di Giuseppe Iannicelli junior zio del piccolo Cocò e figlio di Giuseppe Iannicelli senior, entrambi uccisi e bruciati insieme alla ragazza

Strage di Cassano, il teste: «Sono allergico, non sentii alcun odore di bruciato»

Nuova udienza del processo sulla strage di Cassano. Oggi in aula, davanti alla Corte d’Assise di Cosenza, la pubblica accusa ha sentito un altro testimone della sua lista. Si tratta di Francesco Cavaliere, amico di Giuseppe Iannicelli junior zio del piccolo Cocò e figlio di Giuseppe Iannicelli senior, entrambi uccisi e bruciati insieme alla ragazza marocchina nel gennaio del 2014.

Il pubblico ministero Saverio Vertuccio ha escusso il ragazzo di Cassano all’Jonio che la sera della scomparsa si trovava con il figlio della vittima. Iannicelli junior era preoccupato che il telefono del padre fosse chiuso, o comunque staccato, e iniziarono a cercarlo ma senza trovarlo.

Così si recarono pressa la caserma dei carabinieri del posto, chiedendo se avessero notizie del padre e di conseguenza comunicando ai militari dell’Arma che Giuseppe Iannicelli senior non si trovava più. Subito dopo, Iannicelli junior contattò via Facebook Messanger la fidanzatina, ovvero la figlia di Cosimo Donato. Nel corso della conversazione via internet emerse che la ragazzina avrebbe chiesto al padre di aiutare Giuseppe a cercare suo papà.

Prima di mezzanotte, secondo quanto emerso nelle indagini preliminari, Iannicelli junior, Cavaliere e il cugino del padre di Cocò si ritrovarono in una piazza di Cassano all’Jonio, non distante dal luogo in cui furono ritrovate carbonizzate le tre vittime. 

Nel corso dell’esame testimoniale sono emerse alcune circostanze utili alla ricostruzione dei fatti. Cavaliere ha confermato di conoscere il nonno di Cocò e di aver trascorso un periodo di carcerazione nella stessa cella e di aver capito che Iannicelli senior scriveva delle lettere a Cosimo Donato. Inoltre ha riferito che tra i due pare vi fossero problemi di natura economica. E inoltre, ha spiegato di essere allergico, per cui quella sera non sentii alcun odore di bruciato né poté sentire se effettivamente Cosimo Donato e Faustino Campilongo, arrivati in un secondo momento, puzzassero di carburante. Ma si ricorda che erano sporchi.

La difesa di Cosimo Donato ha fatto rilevare che nel verbale reso davanti al Ros il testimone non rivelò di essere allergico. «Ora non ricordo se ho dimenticato di dirlo oppure non è stato scritto dai carabinieri, ma posso dimostrare che soffro di questo problema». La puzza, però, la sentì Iannicelli junior e sua volta glielo riferì a Cavaliere, che ne prese atto. Su domanda dell’avvocato Ettore Zagarese, nel corso del controesame, il testimone ha dichiarato che non si accorse se vi fosse del fumo, causa incendio, nella zona.

Poi è stato sentito Donato Campolongo, cugino del papà del piccolo Cocò, che ha risposto alle domande della pubblica accusa e della difesa, che è composta anche dagli avvocati Vittorio Franco e Mauro Cordasco. Le parti civili sono rappresentate invece dagli avvocati Liborio Bellusci e Angela Bellusci. Il processo è stato aggiornato al prossimo 3 maggio. (a. a.)

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