Rende, Socialisti all’attacco: «Inciuci per rimanere a galla, il fallimento è sotto gli occhi di tutti»
La crisi di maggioranza di Rende apre il dibattito politico. Il segretario cittadino del Psi di Rende Francesco Tenuta analizza la situazione che si è venuta a creare tra il Laboratorio Civico e Alternativa Popolare. «C’era da aspettarselo che una maggioranza così grande nei numeri, ma assolutamente “spicciola” nell’agire amministrativo, andasse inesorabilmente in frantumi. Una
La crisi di maggioranza di Rende apre il dibattito politico. Il segretario cittadino del Psi di Rende Francesco Tenuta analizza la situazione che si è venuta a creare tra il Laboratorio Civico e Alternativa Popolare.
«C’era da aspettarselo che una maggioranza così grande nei numeri, ma assolutamente “spicciola” nell’agire amministrativo, andasse inesorabilmente in frantumi. Una maggioranza che, arrivata al suo 36° mese di vita, ha tenuto sotto scacco l’intera città di Rende, attraverso giochi di potere, pressioni, calcoli di piccola bottega e ridicole prove di forza», si legge nella nota diramata dai Socialisti rendesi.
«Un maggioranza che, in questi giorni, sta tentando disperatamente di sopravvivere, abbeverandosi al più becero sistema degli inciuci, del trasversalismo, del doppiogiochismo. Se ciò dovesse verificarsi, si assisterebbe all’assassinio della democrazia, delle regole, dell’etica, della cultura, della stessa città di Rende», afferma l’avvocato Tenuta.
«Noi socialisti siamo stati e continuiamo ad essere assolutamente refrattari a questo governo e a chi intenderà preferire la logica delle poltrone, violentando, di fatto, la volontà elettorale. Chi intenderà sostenere il fallimento, per meri fini esclusivamente personali, non solo ne diventerà complice, ma decreterà il suo stesso fallimento personale e politico», prosegue il comunicato stampa.
Inoltre, il segretario Tenuta propone di «dare vita ad una giunta istituzionale (così com’è stata battezzata dai banchi della maggioranza, esclusa AP) può risultare, in alcuni momenti, un scelta assolutamente inderogabile e indispensabile per gestire, ad esempio, una situazione politica particolarmente difficile, che potrebbe incidere negativamente sulle sorti di una determinata comunità».
«Nel caso di specie, però, la giunta istituzionale che uscirebbe fuori dalle consultazioni del sindaco Manna, offenderebbe il senso stesso del termine istituzionale; rappresenterebbe – per essere buoni – un mero pastrocchio politico, capace soltanto di tenere in vita non solo meschine e riprovevoli logiche di qualche segreteria di partito, ma anche ambizioni esclusivamente personali di un sindaco oramai arrivato al capolinea, per continuare l’attività di sfacelo della città di Rende».
«Sarebbe molto più istituzionale – questo sì – prendere atto del fallimento e rassegare le dimissioni», conclude la nota.