Prodotti alimentari senza controlli, interdetto tecnico di laboratorio di Roggiano Gravina
I carabinieri del Nas di cosenza hanno dato esecuzione ad ordinanza applicativa di misura cautelare interdittiva, emessa dal gip del tribunale di castrovillari, Letizia Benigno, su richiesta del sostituto procuratore Valentina Draetta e del procuratore capo Eugenio Facciolla, a carico di Massimo Mazzullo, originario di Roggiano Gravina, tecnico di laboratorio chimico biologo e consulente h.a.c.c.p.
I carabinieri del Nas di cosenza hanno dato esecuzione ad ordinanza applicativa di misura cautelare interdittiva, emessa dal gip del tribunale di castrovillari, Letizia Benigno, su richiesta del sostituto procuratore Valentina Draetta e del procuratore capo Eugenio Facciolla, a carico di Massimo Mazzullo, originario di Roggiano Gravina, tecnico di laboratorio chimico biologo e consulente h.a.c.c.p. in materia ambientale ed alimentare.
Le attività investigative hanno visto la fattiva collaborazione dei servizi veterinari dell’Asp di cosenza – distretto di San Marco Argentano, in fase di denuncia e nei controlli successivi.
Il giovane di Roggiano, legale responsabile della “Biolchimica srls e della consulting and management” con sede a Roggiano Gravina è accusato di aver falsificato oltre 270 rapporti di prova in materia di autocontrollo (ambientale ed alimentare) e di aver così provocato l’immissione in filiera commerciale (italiana – europea – ed extra ue – giappone e canada) di prodotti alimentari non sottoposti ai previsti controlli di legge e potenzialmente nocivi per la salute pubblica.
Numerose le aziende truffate nella tenuta dei registri di autocontrollo come caseifici, pastifici, panifici ed allevamenti zootecnici di produzione primaria di latte, operanti nelle aree geografiche di San Lorenzo del Vallo, Roggiano Gravina, San Marco Argentano, Corigliano, Mirto Crosia ed altri comuni della provincia di cosenza.
Con analogo modus operandi, Mazzullo ha falsificato un grandissimo numero di rapporti di prova relativi alla caratterizzazione di rifiuti, anche pericolosi, determinando l’avvio allo smaltimento di sostanze in realtà prive di ogni sorta di documentazione perché inesistente.
Tra i soggetti truffati, operanti su tutta l’area geografica calabrese, anche l’ente comune di San Donato di Ninea che aveva affidato al giovane le analisi delle acque e dei fanghi di depurazione.
Con il provvedimento eseguito in data odierna è stata recisa un importante arteria che determinava l’immissione in commercio di prodotti alimentari e derivati caseari potenzialmente nocivi per la salute pubblica, in relazione ai quali veniva falsificata l’avvenuta esecuzione di analisi di laboratorio con ricerca di agenti patogeni particolarmente aggressivi per l’uomo ed in alcuni casi potenzialmente letali (aflatossine e salmonella).