Opere pubbliche, la stoccata di Guccione: «La sfida impossibile di Silvan-Occhiuto»
Nel bilancio approvato dall’ultimo consiglio comunale 31 opere pubbliche – conservazione e restauro di aree ed edifici della città che costituiscono patrimonio storico, interventi di riqualificazione urbana ecc. – da realizzare con la vendita degli immobili comunali. Secondo il coordinatore della Grande Cosenza: «Il sindaco-architetto stupisce per la sua dote innata di finanza creativa». Dopo
Nel bilancio approvato dall’ultimo consiglio comunale 31 opere pubbliche – conservazione e restauro di aree ed edifici della città che costituiscono patrimonio storico, interventi di riqualificazione urbana ecc. – da realizzare con la vendita degli immobili comunali. Secondo il coordinatore della Grande Cosenza: «Il sindaco-architetto stupisce per la sua dote innata di finanza creativa».
Dopo l’approvazione del Bilancio in seno all’ultimo consiglio comunale a cui l’Amministrazione Occhiuto ha provveduto ad allegare la previsione di 31 opere da avviare nel 2017, il consigliere Guccione non ha tardato a manifestare la propria contrarietà. In particolare, secondo il coordinatore della Grande Cosenza, la copertura finanziaria necessaria a sovvenzionare il piano di opere pubbliche – oltre 12 milioni di euro che dovranno pervenire dalla vendita degli immobili comunali – costituisce un obiettivo difficilmente raggiungibile: «Se in sette mesi – ha dichiarato – è stato riscosso solo il 5% (soli 52.841,41 euro) quale magia metterà in campo Silvan-Occhiuto per incassare il residuo 95% nei restanti 5 mesi?”. Guccione ha, inoltre, sottolineato che il sindaco “dovrà fare i conti anche con la nuova normativa sulla finanza locale che non prevede, come in passato, la possibilità di poter iniziare l’iter amministrativo per le 3 opere senza una certa e comprovata copertura finanziaria».
«E’ così eclatante – ha concluso Guccione – la sfrontatezza di un modo di amministrare fantasioso mentre la città lentamente, ma inesorabilmente, diventa marginale tanto da non accorgersi che la qualità della vita precipita verso il basso». (Maddalena Perfetti)