Casali del Manco, il comitato del no “punge” Giudiceandrea
“Apprendiamo dalla stampa che il consigliere regionale Giudiceandrea non è soddisfatto di come il Commissario Prefettizio sta portando avanti le fasi iniziali di quello che dovrebbe essere il nuovo comune nato dalla fusione (sempre T.A.R. e eventualmente, Consiglio di Stato e se necessario organi della giustizia europei, permettendo). Probabilmente il montare dello scetticismo e il
“Apprendiamo dalla stampa che il consigliere regionale Giudiceandrea non è soddisfatto di come il Commissario Prefettizio sta portando avanti le fasi iniziali di quello che dovrebbe essere il nuovo comune nato dalla fusione (sempre T.A.R. e eventualmente, Consiglio di Stato e se necessario organi della giustizia europei, permettendo). Probabilmente il montare dello scetticismo e il ricredersi di molti che erano favorevoli al nuovo ente ha messo in allarme chi ha partorito questa grande genialità».
E’ l’incipit di un comunicato diramato dal comitato “Liberi cittadini di Spezzano Piccolo”, formato da esponenti che nel corso della campagna referendaria sul comune unico della Presila cosentina hanno sostenuto le ragioni del No. Nella giornata di ieri, il consigliere regionale e capogruppo dei Democratici progressisti a Palazzo Campanella, Giuseppe Giudiceandrea ha scritto una lettera aperta alla dottoressa Maria Vercillo, che, in questo momento, veste il ruolo del commissario prefettizio per il nuovo comune di Casali del Manco, nato dalla fusione dei preesistenti enti di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta, a fronte del risultato della consultazione dello scorso 26 marzo e della decisione seguente del Consiglio regionale di istituire la municipalità.
La Vercillo, dal maggio scorso, sta lavorando per mettere in moto la macchina burocratica ed amministrativa della nuova realtà istituzionale. Giudiceandrea, nella lettera pubblicata, anche, sulle colonne di Cosenza Channel, ha espresso il suo disappunto scrivendo «da cittadino, dunque Eccellenza, e per il momento – si legge – non da amministratore regionale, primo firmatario della seconda legge di fusione del meridione d’Italia, prima per la Calabria, permettendomi di sottolinearLe che questa gestione, a mio modestissimo quanto competente avviso, non va nella giusta direzione», rinnovando l’idea di coinvolgere gli ex sindaci delle estinte municipalità.
Qui la risposta del comitato dei “Liberi cittadini”: «Ricordiamo che – affermano nella nota – quando si parla degli ex sindaci si parla di amministratori che sicuramente conoscevano la proposta, poi diventata legge regionale 11/2017 e sicuramente erano a conoscenza che l’articolo 2 prevedeva “ la grande idea “ della estinzione immediata dei comuni, quindi l’assenza di un periodo di transizione e che il loro ruolo era solo un ruolo consultivo ( comma 3 articolo 2). Tra l’altro neanche la legge Del Rio, chiamata in causa nella lettera, prevede particolari obblighi per il Commissario, tant’è che sul ruolo della consultazione degli ex sindaci stabilisce che il comitato è comunque consultato sullo schema di bilancio e sull’eventuale adozione di varianti agli strumenti urbanistici. Il Commissario convoca periodicamente il comitato, anche su richiesta della maggioranza dei componenti, per informare sulle attivita’ programmate e su quelle in corso.
Quindi quanto si sta verificando oggi più che colpa del Commissario è solo frutto della inspiegabile fretta che ha portato il consiglio regionale ad approvare la legge 11/2017, figlia dell’anticostituzionale e antidemocratica legge 9/2016, legge che, ogni giorno che passa, mostra sempre di più imbarazzanti lacune. Non vorremmo che il tentativo di iniziare a scaricare delusioni e malcontento sulla gestione attuale sia il preludio al classico “tutti colpevoli, nessun colpevole”. Le responsabilità sono chiare e sono in capo a quanti hanno avallato questa interessata e improvvisata scelta. Era noto a tutti che la fusione avrebbe portato anche una diminuzione di servizi sul territorio.
Ai distratti ricordiamo che da giorni gli uffici tecnici sono stati accorpati tutti nell’ex sede del comune di Trenta e chi ha bisogno deve recarsi dagli altri centri a Trenta. Sicuramente un bel guadagno! Soprattutto per anziani e per quanti hanno problemi di mezzo di trasporto. A questo si aggiunge che, almeno secondo voci insistenti, a breve ci sarà il trasferimento degli altri uffici nell’ex sede comunale di Casole Bruzio. Le sedi degli altri comuni saranno chiuse o utilizzate solo con sportelli aperti per parti della settimana».
Poi l’attenzione verte sulla questione inerente il personale addetto alla conduzione degli scuolabus. Secondo il consigliere Giudiceandrea «con i 330.000 euro offerti nella gara per l’esternalizzazione del servizio si potrebbero assumere 10 autisti a tempo determinato con stipendi prossimi alle 1400 euro mensili, risolvendo così davvero il problema e non lasciando spazio alle facili e sterili critiche».
Invece, per il comitato presilano: «Sull’appalto dei scuolabus ci ha sorpresi il fatto che su 109 dipendenti non ci sia in servizio nessuno con i requisiti richiesti. Ci domandiamo come sia stato assicurato, nei comuni con gestione diretta, il servizio negli anni passati! La soluzione prospettata nella lettera di soprassedere all’appalto ci sembra, a poco più di un mese dall’inizio dell’anno scolastico, da prendere con le molle. La graduatoria a cui si fa riferimento era a livello comunale e per un’assunzione a tempo determinato per il periodo 01.02.2016 – 30.06.2016. Enormi sono i dubbi sulla possibilità di poterla utilizzare né riteniamo giusto infondere false speranze in qualcuno. D’altra parte, anche forzando la mano e applicando a questo caso, la stessa legge 11/2017 all’articolo 7 ( Vigenza degli atti ) stabilisce che gli atti emessi restano in vigore per i soli territori ricadenti nei comuni che li hanno emessi. Lo scempio – conclude la nota del comitato -, consumatosi con l’annessione forzosa di Spezzano Piccolo, ha varcato i confini locali e dopo le interrogazioni parlamentari, a cui si deve ancora rispondere, sta caratterizzando anche la discussione sulla fusione di Corigliano e Rossano». (Giulio Cava)