Tutino: «Cosenza squadra di vertice. Lo dimostreremo in campo, non a chiacchiere»
Per Tutino positivo l’esordio dal 1′ a Matera. «Stavo firmando di nuovo per la Carrarese, poi Fontana mi ha prospettato il progetto ed ho deciso di tornare al sud, tra la gente del sud». L’esordio dal primo minuto di Gennaro Tutino è stato positivo, anche se lo scugnizzo napoletano ha fallito nel primo tempo un’occasione
Per Tutino positivo l’esordio dal 1′ a Matera. «Stavo firmando di nuovo per la Carrarese, poi Fontana mi ha prospettato il progetto ed ho deciso di tornare al sud, tra la gente del sud».
L’esordio dal primo minuto di Gennaro Tutino è stato positivo, anche se lo scugnizzo napoletano ha fallito nel primo tempo un’occasione che avrebbe portato in vantaggio il Cosenza. «Vero, dovevo andare con maggiore convinzione al tiro – ammette – Peccato, perché era stata una ripartenza ben congeniata. Ad ogni modo per la squadra credo si possa esprimere un giudizio globalmente positivo. Abbiamo fatto ciò che il mister ci ha chiesto in settimana. Potevamo vincere, ma non era facile strappare i tre punti al cospetto di una formazione forte quale il Matera»
Tutino per la prima volta milita in una formazione di alta classifica i Serie C. «Negli ultimi due anni sono stato fermo a causa di infortuni gravissimi e non sono riuscito ad esprime il mio potenziale – sottolinea – Cosenza è una delle piazze più importanti dell’intero girone, ma io non guardo al minutaggio. So bene che chi entra deve fare meglio di chi gioca, pertanto a prescindere dovrò dare sempre il massimo. L’importante è che la squadra vinca, magari anche grazie al mio contributo».
Il calciomercato regala sempre delle sorprese, una di queste l’ha fatta proprio a Tutino. «Era fatta per tornare a Carrara. Baldini mi conosceva e mi ha proposto di restare lì. Poi è squillato il telefono e dall’altra parte della cornetta c’era Fontana: sul tavolo un progetto di vertice in una piazza come Cosenza. In più sarei tornato al sud con gente del sud, pertanto non ho esitato un attimo a dire di sì. Mi ha spinto ad accettare anche mio zio che ha lavorato per 10 anni in città».
Chiusura dedicata alla mancanza di vittorie in stagione. «Minicrisi? Il calcio non è il pugilato dove forse ai punti avremmo meritato noi – sentenzia Tutino – Dopo le due sconfitte iniziali ci siamo guardati negli occhi dicendoci di dover dare qualcosa in più per centrare gli obiettivi prefissati dal club. Noi vogliamo stazionare al vertice, ma per farlo serve una marcia diversa. Siamo una squadra forte e dobbiamo dimostrarlo in campo, ma non a chiacchiere. Sono certo che ci riusciremo perché anche sabato ad esempio il nostro sacrificio è stato premiato. Il duello con Angelo? Non è facile stargli dietro, diciamo che pure lui però ha corso dietro il sottoscritto…».