lunedì,Gennaio 13 2025

Assenteismo a Pedace, condanne e assoluzioni. Ecco la sentenza

Si è concluso il processo di primo grado sul presunto caso di assenteismo al comune di Pedace che negli anni scorsi aveva suscitato clamore in tutta la provincia di Cosenza. L’indagine, coordinata dalla procura di Cosenza, era stata condotta dai carabinieri e nell’ordinanza di custodia cautelare si registrarono diverse misure cautelari blande ma comunque significative

Assenteismo a Pedace, condanne e assoluzioni. Ecco la sentenza

Si è concluso il processo di primo grado sul presunto caso di assenteismo al comune di Pedace che negli anni scorsi aveva suscitato clamore in tutta la provincia di Cosenza. L’indagine, coordinata dalla procura di Cosenza, era stata condotta dai carabinieri e nell’ordinanza di custodia cautelare si registrarono diverse misure cautelari blande ma comunque significative di un sistema che tuttavia aveva creato un danno economico allo Stato pari a 10mila euro complessivi. 

Gli imputati, a vario titolo, sono accusati di truffa e peculato, perché alcuni di essi – tutti dipendenti comunali – avrebbero timbrato prima dell’orario di uscita il badge, facendo la spesa o altre cose simili, nel periodo di tempo che invece doveva essere dedicato esclusivamente all’attività lavorativa.

Gli inquirenti contestavano agli imputati che «mediante artifizi e raggiri consistiti nel far figurare – contrariamente al vero – la presenza in ufficio e o servizio di altri dipendenti attraverso la timbratura dei cartellini marca tempo inducendo in errore l’amministrazione di appartenenza sulla effettiva presenza nella sede di lavoro», avrebbero tratto «un ingiusto profitto in virtù di ore di lavoro in realtà mai effettuate».

Inoltre «la timbratura veniva effettuata da un solo dipendente, il quale utilizzando il tesserino magnetico proprio e quello di altri indagati provvedeva ad eseguire contestualmente diverse marcature come meglio specificato nei prospetti sotto indicati così da far risultare fittiziamente la propria presenza in ufficio e quella degli altri dipendenti».

LA SENTENZA. Il collegio giudicante presieduto dal presidente Enrico Di Dedda ha condannato Gianfranco Faraca a 1 anno e sei mesi (580 euro di multa), Gabriele Nicoletti a 1 anno, un mese e 15 giorni (470 euro di multa), Licia Dora Scarcello a 1 anno e 6 mesi (580 euro di multa), Gina Piragine a 1 anno e 6 mesi (760 euro di multa), Liliana Talarico a 1 anno, 4 mesi e 15 giorni (470 euro di multa), Salvatore Manieri a 1 anno, 2 mesi e 15 giorni (550 euro di multa), Valentina Faraca a 1 anno, 3 mesi e 15 giorni (590 euro di multa), Luigina Curcio a 1 anno e 6 mesi (700 euro di multa), Mario Oliverio 1 anno, un mese e 25 giorni (510 euro di multa), Costantino Basile a un anno e 6 mesi di reclusione (700 euro di multa).

Gli imputati condannati inoltre dovranno risarcire in separata sede il comune di Pedace, costituitosi parte civile attraverso l’avvocato Tiziano Gigli.

Sempre gli imputati condannati sono stati interdetti dai pubblici uffici per un periodo pari all’entità della pena detentiva rispettivamente inflitta, ma il tribunale collegiale di Cosenza ha concesso la sospensione della pena e la non menzione nel casellario giudiziale.

Assolti perché il fatto non sussiste Francesco Zagotta, Dino Mario Altomare (per il quale la procura aveva avanzato una richiesta di condanna a 7 mesi, ma i giudici hanno accolto la linea difensiva dell’avvocato Pasquale Marzocchi), Vincenzo Greco, Antonietta Lucanto, Ernesto Murrieri, Franca Nicoletti e Teresa Celestino.

Assoluzione per un capo della rubrica imputativa anche per Gianfranco Faraca, Salvatore Manieri, Valentina Faraca, Luigina Curcio e Gabriele Nicoletti perché il fatto non sussiste.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Pasquale Vaccaro, Eugenio Bisceglia, Bruno Bonaro, Maria Marsulli, Giovanni Maria Cirio, Mario Scarcello, Ilaria Macchione, Giuseppe Malvasi e Franco Locco. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni. (a. a.)

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