Pagliuso: «Dai Guarascio, mettici più passione. Cosenza vive di calcio»
Lo storico presidente della Serie B Pagliuso sottolinea: «Alcune scelte dei dirigenti potrebbero essere più oculate. In più se chi scova i giocatori è bravo, ci si può assicurare elementi di prospettiva senza spendere molto». E’ Paolo Fabiano Pagliuso in persona, il presidente della Serie B, a fare il punto della situazione. E quando parla il
Lo storico presidente della Serie B Pagliuso sottolinea: «Alcune scelte dei dirigenti potrebbero essere più oculate. In più se chi scova i giocatori è bravo, ci si può assicurare elementi di prospettiva senza spendere molto».
E’ Paolo Fabiano Pagliuso in persona, il presidente della Serie B, a fare il punto della situazione. E quando parla il patron, non c’è mai un rigo scontato. Ogni sua parola ha un peso non indifferente, come quelle in cui elogia il Guarascio imprenditore, ma anche come quelle in cui invita l’attuale numero uno del club ad alimentare meglio il sentimento di passione sportiva e ad allestire una compagine dirigenziale che possa definirsi tale.
«Ho conosciuto Guarascio, anche se non ci sentiamo da diversi mesi – sottolinea Pagliuso dalle colonne di Gazzetta del Sud – A me ha destato un’ottima impressione. Si tratta di un imprenditore serio, ha le possibilità economiche per far decollare il calcio cosentino. Detto ciò, un po’ di attaccamento in più alla causa non guasterebbe. Cosenza è una città che vive di calcio, di passione per il calcio. Ma si tratta di un sentimento che va alimentato concretamente: se non viene trasmesso da chi gestisce la società è difficile poterlo rintracciare nella squadra e nei dirigenti».
Il Cosenza di Pagliuso era ricco di figure che in società aiutavano il presidente a gestire la quotidianità. «Alcune scelte dei dirigenti potrebbero essere più oculate se (Guarascio) si affidasse ad un organigramma societario competente – continua – Determinate figure nel calcio sono fondamentali. Oltre al direttore sportivo c’è bisogno di un dg operativo. Anche il settore giovanile merita la dovuta considerazione: ai miei tempi ricordo la presenza di una foresteria avviata e i ragazzi venivano controllati passo passo, soprattutto a scuola».
I rossoblù all’ultimo posto in classifica sono un pungo in un occhio. «Dalle informazioni in mio possesso si deduce che la squadra non sia formata da sprovveduti – aggiunge Pagliuso – Altrimenti non si spiegherebbe il successo su un campo difficile come quello di Reggio Calabria. C’è qualcosa che non quadra e va individuato subito, perché è deprimente osservare il Cosenza in fondo alla classifica. Fossi stato io il presidente non avrei esonerato Fontana, allenatore che necessitava di ulteriore tempo. Cinque giornate non sono indicative, anche se la piazza preme. Personalmente ho convissuto per vent’anni anche con i contestatori. Ricordo quando partimmo molto male con Giorgi in panchina e tutti chiedevano la testa del tecnico. Insieme al compianto Ranzani andammo a parlare con l’allenatore e capimmo che avremmo dovuto tirare dritto. Il Cosenza concluse la stagione nei primi posti, perché il cambio della guardia non è sempre la migliore soluzione e si finisce col non voler vedere il problema reale.
Pagliuso, infine, chiude indicando la strada a Guarascio: «Non è vero che bisogna spendere per assicurarsi calciatori di qualità, perché se chi scova i giocatori è bravo, ci si può assicurare elementi di prospettiva. I vari Padovano, Savoldi, Margiotta, Zampagna e Lucarelli li presi quasi gratis. Ecco, al Cosenza manca un giocatore così». Come dargli torto?