sabato,Dicembre 14 2024

Il Cosenza cresce, ma con Fondi e Akragas servono sei punti

Braglia ha dato alla squadra, roselliana nella sua più profonda indole, il giusto assetto. Col baricentro basso Idda e Dermaku vanno a nozze… come Mungo e Statella. Bene i progressi del Cosenza, meno i punti conquistati. Tuttavia ha ragione Braglia: non è a Lecce che i rossoblù dovevano strappare l’intera posta in palio. O meglio,

Il Cosenza cresce, ma con Fondi e Akragas servono sei punti

Braglia ha dato alla squadra, roselliana nella sua più profonda indole, il giusto assetto. Col baricentro basso Idda e Dermaku vanno a nozze… come Mungo e Statella.

Bene i progressi del Cosenza, meno i punti conquistati. Tuttavia ha ragione Braglia: non è a Lecce che i rossoblù dovevano strappare l’intera posta in palio. O meglio, ad inizio campionato Guarascio e Trinchera avrebbero tanto voluto concorrere con i salentini e col Catania, ma la prima parte di stagione ha bocciato in modo netto il loro progetto ridimensionando il posticipo dell’undicesima giornata ad un testa-coda.

Il tecnico toscano sta da qualche settimana cercando di “normalizzare” la situazione, geolocalizzando in una posizione differente l’habitat dei Lupi. Il nuovo obiettivo è centrare i playoff e i presupposti, basandoci sul secondo tempo col Bisceglie e sulla gara del Via del Mare, ci sono tutti. A dare una mano a Braglia ci pensa il calendario: nel giro di tre giorni i suoi affronteranno il Fondi al Marulla e l’Akragas in trasferta.

Si tratta di due partite alla portata di Loviso e compagni, chiamati a capitalizzare al massimo il doppio impegno di campionato. Sei in punti in più tra una settimana significherebbero riportarsi a ridosso della zona che garantisce la post-season e lanciare un messaggio alle altre partecipanti. Un po’ come fece il Matera un paio di anni fa: a margine di una partenza da incubo diventò per larghi tratti una formazione quasi imbattibile.

La cura Braglia sembra dare i suoi frutti. La squadra, roselliana nella sua più profonda indole, va a nozze con un baricentro più basso. La densità creata nella propria metà campo ha annullato i giocolieri di Liverani, costringendo Cosenza e Marino (il peggiore dei suoi) ad avventurarsi in un’improbabile fase di impostazione. Mungo e Statella sono nati per il contropiede e tutta Italia ne ha avuto la riconferma qualora ne avesse avuto ancora bisogno. Con questo atteggiamento, così come avveniva con Tedeschi e Blondett, anche Idda e Dermaku fanno la voce grossa e non vengono esposti a figuracce perché coperti adeguatamente dai compagni.

Cosa manca? I gol e la profondità. I primi non si comprano a novembre, ma a luglio, la seconda invece si può allenare. E’ quello che avverrà nei prossimi trenta giorni: tanto allenamento e tanto sudore durante la settimana, piccoli passi in avanti di domenica in domenica. Poi finalmente si vedrà, almeno si spera, la mano di Braglia. Il treno parte sabato alle 16.30: con Fondi e Akragas servono sei punti. (Antonio Clausi)

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