Martino, il ds più giovane della C: «Il Rende, Blaze, Laaribi e il Cosenza…»
Giovambattista Martino, ds del Rende, ha discusso ieri la tesi a Coverciano. Sul derby: «Il Lorenzon quasi tutto rossoblù? Sarà uno stimolo, non firmo per il pari». Giovambattista Martino è il direttore sportivo più giovane della Lega Pro. Ieri ha sostenuto l’esame di abilitazione dopo aver discusso la tesi “Correlazione tra talento e neuroscienze” a Coverciano.
Giovambattista Martino, ds del Rende, ha discusso ieri la tesi a Coverciano. Sul derby: «Il Lorenzon quasi tutto rossoblù? Sarà uno stimolo, non firmo per il pari».
Giovambattista Martino è il direttore sportivo più giovane della Lega Pro. Ieri ha sostenuto l’esame di abilitazione dopo aver discusso la tesi “Correlazione tra talento e neuroscienze” a Coverciano. Per il secondo anno consecutivo è l’uomo-mercato del Rende e si appresta a vivere il suo primo derby con il Cosenza. Tutto questo, per lui che è un classe 1990, a soli 27 anni.
Martino, di cosa parlava nello specifico la tesi?
«Da quando ho iniziato a lavorare nel calcio, mi hanno sempre colpito i calciatori con particolari capacità neuromotorie, vale a dire gli atleti in grado di prendere le decisioni migliori ottimizzando al massimo i tempi. Nella scelta di un giocatore io vado alla ricerca di due caratteristiche: la capacità di leggere in anticipo le intenzioni di un avversario e quella di nascondere le proprie. Nella tesi ho effettuato uno studio provando a dare la mia chiave di lettura riguardo a questi argomenti».
Il fatto di essere così giovane le sta creando qualche problema?
«Assolutamente no. Il fatto di essere giovane mi permettere di assistere dal vivo a tante gare e di girare per aggiornarmi di continuo. Ho ottimi rapporti con gli agenti e con gli altri direttori sebbene non abbia molta esperienza dalla mia».
Come è arrivato a Rende, c’è qualcuno a cui deve dire grazie?
«A Fabio Coscarella e ad un amico in comune. Non fa parte del mondo del calcio, è un commerciante, nacque tutto da una chiacchierata».
Lei è di Crotone, che rapporti ha con la famiglia Vrenna e con il dg Ursino? Da quelle parti sono loro il calcio.
«Io sono tifosissimo del Crotone e ne apprezzo il lavoro svolto negli anni. Non conosco il presidente e suo fratello, mentre ho grande ammirazione di Ursino. Con il figlio Graziano abbiamo seguito insieme il corso e la stima è reciproca».
E’ più orgoglioso di Blaze o Laaribi?
«Sono orgoglioso di ogni operazione conclusa. Il merito, però, va suddiviso in parti uguali con i componenti dello staff tecnico: dietro c’è uno studio approfondito e un lavoro certosino. Conoscevamo Laaribi, nostro avversario negli ultimi campionati di Serie D, e ci piaceva già da un po’. Su Blaze, invece, iniziammo a prendere appunti da quando andò con Juric a Mantova dopo essere stato svezzato nel settore giovanile Genoa. Per noi era inspiegabile che fosse finito in Eccellenza piemontese ed abbiamo deciso di dargli una chance».
Parliamo del derby, ne ha capito l’importanza in questi giorni?
«Sì, è un match che manca da tanto tempo. Sono sicuro che sarà una giornata si sport perché i tifosi delle due squadre fuori dal calcio vivono insieme. Come le altre, però, questa partita vale comunque tre punti».
Il Rende ne ha più del Cosenza, ma il Lorenzon sarà quasi interamente rossoblù. C’è il rischio che qualcuno dei suoi ragazzi avverta la pressione di sfide così sentite?
«No, alla fine giochiamo nel nostro impianto e ogni calciatore sogna una cornice del genere. Credo che scendere in campo in uno stadio pieno sia l’ambizione di chiunque faccia questo mestiere. Sarà stimolante, vedrete».
Trocini e Braglia giocano a scacchi. Allenamenti a porte chiuse e poche informazioni all’esterno.
«Per noi è la normalità sostenere le ultime due sedute a porte chiuse. In tutta sincerità non so come si sia regolato il Cosenza finora».
Perché secondo lei il Cosenza è così in basso?
«Parto col dire che i rossoblù vantano un organico importante, ma vivono un periodo sfortunato. Braglia ha una buona squadra, è solo un caso che siano al 13simo posto. La stagione è ancora lunga e alla fine si riporteranno nelle posizioni che contano».
Perché invece il Rende è quinto?
«Siamo quinti? – ribatte scherzando – Noi non guardiamo la classifica, lo faremo a maggio. Oggi tutti seguono le direttive dell’allenatore e hanno capito che si tratta di un’occasione unica da non farsi scappare. Il Rende gioca una finale dopo l’altra, il resto lo sta facendo la coesione del gruppo e la dedizione verso Bruno Trocini».
Da Coverciano dicono che è in attesa di un 110…
«Beati voi che lo sapete… io resto in attesa di comunicazioni ufficiali. La tesi è stata apprezzata, ma Martino e tutti gli altri direttori sportivi riceveranno il vero voto dal campo».
Cosa farà il Rende a gennaio sul mercato?
«Abbiamo un giocattolo che funziona e gli equilibri reggono. Credo che rimarremmo così, la reputo la scelta più saggia».
Alle 16.29 di domenica Martino firmerebbe per un pareggio?
«No, la nostra mentalità non ci porta a prevedere i risultati. Un pareggio contro una grande squadra come il Cosenza non lo disdegnerei, ma partire pensando a ciò sarebbe l’errore più grande che potremmo commettere». (Antonio Clausi)