domenica,Febbraio 9 2025

Elezioni Politiche 2018, Gentile (e Berlusconi) danno scacco matto al Pd

Quando e perché il senatore Antonio Gentile ha deciso di lasciare la carica di coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, dimettersi da sottosegretario allo Sviluppo Economico e abbracciare di nuovo il partito di Silvio Berlusconi? Due domande alle quali proviamo a dare delle risposte semplici. I beni informati parlano di una notte riflessione tra il 27 e

Elezioni Politiche 2018, Gentile (e Berlusconi) danno scacco matto al Pd

Quando e perché il senatore Antonio Gentile ha deciso di lasciare la carica di coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, dimettersi da sottosegretario allo Sviluppo Economico e abbracciare di nuovo il partito di Silvio Berlusconi? Due domande alle quali proviamo a dare delle risposte semplici.

I beni informati parlano di una notte riflessione tra il 27 e 28 dicembre scorso, quando i continui contatti con i vertici di Ap hanno raggiunto il picco di negatività, dalla troppa voglia di andare a sinistra (e di sbattere contro un muro) ai malumori di una fetta di elettorato dell’ex Nuovo Centrodestra per nulla favorevole all’accordo col Pd.

Il senatore Gentile, in verità, ci stava pensando da diverse settimane a non candidarsi non perché temeva di non essere eletto, visto che Renzi avrebbe fatto carte false pur di strappare almeno un collegio uninominale in Calabria, ma per un discorso di prospettiva. Superati i vecchi rancori con Silvio Berlusconi la coalizione di centrodestra, oggi più di ieri, può arrivare al 40%.

IN CALABRIA E A COSENZA. Se prima il Pd aveva una chance di giocarsi le sue carte in Calabria, vista la presenza sul territorio di consiglieri regionali, sindaci, deputati, senatori e consiglieri comunali in orbita Ap pronti a sfidare il centrodestra, oggi i giochi sono praticamente fatti. E il Pd, numeri alla mano, non ha alcuna possibilità di vincere in Calabria.

In provincia di Reggio Calabria, è da vedere il ruolo del senatore Nico D’Ascola che a questo punto potrebbe rimanere con il ministro Beatrice Lorenzin, ma il resto dell’entourage vicino al senatore Antonio Gentile e al senatore Piero Aiello è pronto a votare, e candidarsi, con Forza Italia.

Ancora più marcata la differenza elettorale in provincia di Catanzaro, dove la presenza del centrodestra è nettamente superiore a quella del centrosinistra. Dalla città capoluogo di regione alle varie aree della provincia, la coalizione di Berlusconi si accinge a stravincere. E qui il Pd non sembra in grado di ribattere colpo su colpo.

Drammatica, politicamente parlando, è la situazione a Cosenza e in provincia. Se tutto fosse rimasto come prima, il collegio di Rende e quello Jonico-Pollino sarebbero potuti andare alla coalizione di centrosinistra vista la possibile candidatura dello stesso senatore Gentile e dell’ex consigliere regionale Giuseppe Graziano. A Cosenza, invece, Forza Italia poteva (e può contare) sulla forza degli Occhiuto, Orsomarso e Santelli che costituiscono una bacino di voti considerevoli per avere la meglio sul Pd. Dopo l’invito a votare Forza Italia del senatore Gentile, il Pd può considerare persi tutti i duelli a Cosenza e in provincia.

LE REAZIONI. I rappresentanti di Forza Italia in Calabria, e in particolare a Cosenza, come hanno reagito alla notizia politica di ieri? Pare sia calato il silenzio all’improvviso. Ovviamente, i contrasti personali non possono prevalere sugli interessi politici perché la decisione di una buona parte di Alternativa Popolare di votare (di nuovo) Forza Italia fa aumentare la possibilità di essere eletti a coloro i quali saranno candidati da Silvio Berlusconi. Qualcuno ha storto il muso, ma fino a un certo punto.

IL FUTURO. Qualcuno dice che il governatore Mario Oliverio abbia le ore contate ma non conviene a nessuno farlo cadere prima delle elezioni. Il terremoto politico, molto probabile, avverrà dal 5 marzo in poi. Il Pd non ha la forza di sostenere Oliverio, il quale deve fare i conti con la sua stessa maggioranza ormai lacerata al suo interno.

Il Pd, dunque, rischia di scomparire in Calabria. Sarà la volta buona per le dimissioni del segretario regionale Ernesto Magorno e del ritiro dalla scena politica di tutti i “renziani” di facciata? Vedremo. (Antonio Alizzi)

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