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Caccetta: «Il Cosenza può accontentarsi, il Catania deve vincere sempre»

L’ex capitano del Cosenza è da una decina di giorni anche ex del Catania. Caccetta spiega: «Le differenze? Al Massimino è stata allestita una squadra per vincere…». Cristian Caccetta è stato il capitano del Cosenza per due anni e mezzo. Ha indossato la fascia per 72 partite tra campionato e playoff, ha fatto gol in

Caccetta: «Il Cosenza può accontentarsi, il Catania deve vincere sempre»

L’ex capitano del Cosenza è da una decina di giorni anche ex del Catania. Caccetta spiega: «Le differenze? Al Massimino è stata allestita una squadra per vincere…».

Cristian Caccetta è stato il capitano del Cosenza per due anni e mezzo. Ha indossato la fascia per 72 partite tra campionato e playoff, ha fatto gol in 10 occasioni. A luglio si è trasferito a Catania, dopo che la sua esperienza con la maglia dei Lupi si era esaurita in maniera fisiologica. Nessun addio traumatico, tanto che quando firmò per gli etnei, scrisse una lettera ai suoi vecchi tifosi. Sei mesi più tardi ha accettato di chiudere la stagione al Pordonone, «ma l’obiettivo – dice – è quello di tornare a Catania. In Serie B».

Caccetta, un’esperienza al nord dopo tanto sud. Come va al Pordenone?
«Per me è una novità assoluta, tanto che mi devo ancora abituare al clima. Non conosco il girone perché è trascorso poco tempo dal mio trasferimento, perciò è presto per poter fare un bilancio e parlare di differenze tecniche tra i vari raggruppamenti».

In molti si sono chiesti: perché ha lasciato Catania?
«Si stavano creando i presupposti affinché finissi fuori rosa e, in tutta onestà, ho preferito evitare che ciò accadesse. Da qui il mio sì all’offerta del Pordenone. Ma il mio obiettivo resta tornare a Catania, per questo dovrò fare bene in nero verde. Mi sento inevitabilmente ancora legato al club, e non solo per il contratto che scadrà nel 2019».

Il Catania è davvero così più forte del Cosenza come dice la classifica?
«Il Catania ha allestito una squadra per vincere il campionato a differenza dei rossoblù, che comunque hanno un organico importante. I punti di distacco forse sono troppi, ma i Lupi pagano il periodo-no iniziale. Arrivati a questo punto, però, recuperare 14 punti è arduo».

Che partita si aspetta al Massimino?
«Credo che se il Cosenza riuscisse a strappare un pareggio, potrebbe ritenersi soddisfatto. E non perché non sia in grado di competere ad armi pari, ma per il particolare momento del campionato. I padroni di casa, invece, hanno un solo risultato a disposizione. Sono  costretti a vincere, se vogliono colmare il gap dalla capolista».

Non ha avuto a che fare con Braglia, allora le chiediamo se è più semplice lavorare con Lucarelli o con Roselli…
«Sono simili, sono due allenatori a cui piace molto lavorare e curare ogni minimo dettaglio. Lucarelli, a differenza di Roselli, si trova in una posizione particolare: a Catania si avverte tantissimo la pressione di dover vincere per forza, cosa che a Cosenza, in quel periodo, non si viveva».

C’è stata la possibilità di andare a Lecce in questo mercato?
«Non so quanto fosse concreta la possibilità di cambiare lato della barricata, ma un approccio tra Meluso e il mio agente c’è stato. Di questi sondaggi, però, durante il mercato se ne fanno tanti, non so dire quante chances realmente ci fossero».

Il Catania riuscirà a raggiungere il Lecce?
«Mi auguro che alla fine il Catania trionfi. Ha tutte le carte in regola per il salto di categoria. Ma i miei ex compagni devono azzerare in fretta il distacco dai giallorossi: più si va avanti e più diventa difficile». (Carmen Esther Artusi)

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