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Guidava l’auto in stato di ebbrezza, ecco perché arriva l’assoluzione

Se guidate sotto l’effetto di alcool le conseguenze penali sono sempre dietro l’angolo, ma di recente – come Cosenza Channel ha descritto in altri servizi – la giurisprudenza italiana ha cambiato il modo di giudicare. Vizi di forma o come in questo caso una motivazione tecnica che ha portato un ragazzo di Cosenza ad essere

Guidava l’auto in stato di ebbrezza, ecco perché arriva l’assoluzione

Se guidate sotto l’effetto di alcool le conseguenze penali sono sempre dietro l’angolo, ma di recente – come Cosenza Channel ha descritto in altri servizi – la giurisprudenza italiana ha cambiato il modo di giudicare. Vizi di forma o come in questo caso una motivazione tecnica che ha portato un ragazzo di Cosenza ad essere assolto perché il fatto non sussiste.

I fatti risalgono al 2016 quando l’imputato viene fermato dalle forze dell’ordine perché guidava l’auto sotto effetto di alcool, avendo violato anche in altri modi il codice della strada. Dopo essere stato fermato dalla Polizia provinciale, giunta sul posto perché nel frattempo vi era stato anche un sinistro, il ragazzo fu portato all’ospedale per vari esami tossicologici senza però aver avuto la possibilità di nominare un difensore di fiducia. L’inghippo sta qui.

Infatti al termine del processo svoltosi dinanzi al giudice monocratico Giusi Ianni, l’avvocato Vincenzo Guglielmo Belvedere durante la discussione ha chiesto l’assunzione perché il fatto non sussiste, chiedendo la nullità dell’accertamento del tasso alcoolemico.

Il giudice Ianni ha ribadito che in tema di guida in stato di ebbrezza, sussiste l’obbligo di previo avviso al conducente coinvolto in un incidente stradale di farsi assistere da un difensore di fiducia, non solo in caso di accertamento strumentale, ma anche in relazione al prelievo ematico presso una struttura sanitaria finalizzato all’accertamento del tasso alcolemico, qualora l’esecuzione di tale prelievo non avvenga nell’ambito degli ordini protocolli sanitari, ma sia autonomamente richiesta dalla polizia giudiziaria.

Il pm aveva chiesto la condanna a nove mesi di reclusione, ma il giudice ha ritenuto di accogliere totalmente la linea difensiva, sulla base di tre principi che riguardano il decreto penale nei casi in cui venga opposto o meno. (a. a.)

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