ELEZIONI POLITICHE 2018 | Disoccupati, operai e insegnanti: ecco l’elettorato dei 5Stelle
– di Antonio Alizzi E’ il 28 febbraio 2018 quando un elettricista bussa alla porta di una famiglia di ceto medio che si appresta a consumare il pranzo del mercoledì: sono le ore 13. L’elettricista deve capire dove sia il guasto. Una ciabatta vecchia e consumata fa saltare i fornelli elettrici. Si mette all’opera per
– di Antonio Alizzi
E’ il 28 febbraio 2018 quando un elettricista bussa alla porta di una famiglia di ceto medio che si appresta a consumare il pranzo del mercoledì: sono le ore 13.
L’elettricista deve capire dove sia il guasto. Una ciabatta vecchia e consumata fa saltare i fornelli elettrici. Si mette all’opera per riparare tutto e tra un giravite e una vite la domanda, stante la curiosità del capo famiglia, è d’obbligo. «Come vede le prossime elezioni politiche?”.
Il ragionamento parte da lontano ma è efficace. «Dove ci troviamo è un territorio di stampo comunista, sono presenti tanti circoli dove ancora si riuniscono i vecchi comunisti, non cambiano idea politicamente, sono lì e portano avanti quegli ideali». Il capo famiglia chiede: «E lei come voterà?». Risposta: «Guardi, io non ho un euro, lavoro tutto il giorno per cercare di portare più soldi a casa, mio figlio ha un lavoro precario e una moglie casalinga. Sa cosa le dico? Ho sempre votato per il Pd, mi hanno deluso, la mia situazione così come quella degli altri italiani non è migliorata, quel Renzi che va in televisione a raccontare frottole, pensando che gli italiani abbiano sempre l’anello al naso. Ora sono davvero stanco, voglio cambiare e voterò il Movimento Cinque Stelle. Se devo morire solo io, mi porto tutti nella tomba».
L’elettricista, votando CinqueStelle, si è giocato l’ultima carta per un futuro migliore. Un momento che fotografa perfettamente l’esito delle votazioni politiche 2018.
Si dice che sia stato un voto di protesta, ma in realtà chi ha scelto il colore giallo ha avuto più che un motivo per sostenere i candidati grillini. Dietro c’è pensiero, non un’azione istintiva, o rabbiosa, come qualcuno può credere. Magari una buona parte ha votato come quell’elettricista, ma altre professioni hanno dato un voto di fiducia. A cominciare dal mondo della scuola. Basta guardare i gruppi su Facebook o sbirciarne qualcuno su WhatsApp per capire che i docenti, soprattutto quelli precari, si sono rivoltati contro la (presunta) “Buona Scuola” di Renzi e company, mettendo una grande X sul simbolo del Movimento Cinque Stelle.
Stessa cosa dicasi per i giovani, in particolare i disoccupati e una buona fetta di coloro i quali lavorano nei call center e, a differenza di quanto sostiene Renzi, sono costretti ad appellarsi al proprio Santo per sperare nel rinnovo del contratto ogni mese o se va bene ogni tre mesi. Il reddito di cittadinanza è stato il colpo di teatro che ha fatto centro nel cuore dei 18+, ovvero quella fascia di elettorato che poteva votare solo per la Camera dei Deputati. E al Sud, dove la precarietà fa paura, è stato un successo straordinario. Movimento Cinque Stelle ribattezzato da alcuni come la Lega del Sud.
E la borghesia (liberi professionisti e impiegati pubblici) chi ha scelto? Al Meridione senza ombra di dubbio i grillini. I dati della Sicilia, della Sardegna, della Puglia e della Calabria dimostrano la forza di un partito che oggi sogna di conquistare altre istituzioni, a cominciare dalle prossime Regionali calabresi. E infine il mondo operaio. Chi fatica ad arrivare alla fine del mese ha mandato un bel “vaffa” alla vecchia politica. I trombati sono tanti.
Quasi 7 punti percentuali in più rispetto al 2013 proiettano il Movimento Cinque Stelle verso una consultazione con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella in una posizione di privilegio al cospetto di un centrodestra che deve “rubare” deputati e senatori al Pd per arrivare all’agognata maggioranza. Ci sarà un’alleanza con Salvini? Un appoggio esterno di una parte del Pd e di Liberi e Uguali? Vedremo. Intanto quell’elettricista vale più di qualsiasi sondaggio. Aveva intuito tutto. E ha dato un voto ai grillini in una zona d’Italia dove i 5 Stelle esistono solo a Torino: il Piemonte.