venerdì,Marzo 29 2024

Pd, l’intervento di Terranova: «Usciamo dalla palude, la Calabria può ancora farcela»

Il 4 marzo ci consegna un dato che non è solo numerico. Pone alle nostre coscienze interrogativi pesanti. Senza precedenti.  Abbiamo il dovere di dare risposte. Si può e si deve fare con chiarezza. Senza scorciatoie. Guardando in faccia la realtà. Ci sono enormi settori della società italiana che verso di noi nutrono sentimenti di disprezzo e

Pd, l’intervento di Terranova: «Usciamo dalla palude, la Calabria può ancora farcela»

Il 4 marzo ci consegna un dato che non è solo numerico. Pone alle nostre coscienze interrogativi pesanti. Senza precedenti.  Abbiamo il dovere di dare risposte. Si può e si deve fare con chiarezza. Senza scorciatoie. Guardando in faccia la realtà.

Ci sono enormi settori della società italiana che verso di noi nutrono sentimenti di disprezzo e profonda contrarietà. Soprattutto al Sud e in Calabria, dove dal 2014 siamo forza di governo dappertutto. 

La prima lezione che dobbiamo assumere come guida è che la complessità del  mondo che viviamo non può essere governata e compresa con la logica letale  di un uomo solo al comando. E soprattutto con protervia e supponenza che annientano ogni forma di condivisione e partecipazione collettiva.

In questi anni gli autori del disastro politico e non solo hanno utilizzato il termine rottamazione come specchietto mediatico. Aggiungo che si è trattato di un inganno voluto che celava ciò che   gradualmente è venuto fuori con veemenza. E che ci ha portato al diluvio di pochi giorni addietro.  Anche i ciechi vedevano che la scissione riguardava il distacco con il nostro corpo sociale di riferimento.

Anche i sordi ascoltavano il grido di dolore che proveniva e proviene dalla difficoltà del vivere quotidiano. In un contesto globale che ha trasformato i ritmi e l’ossatura della società. Dove il tempo e lo spazio hanno un volto diverso rispetto al passato non molto lontano. Che pone alla Politica la necessità di rivedere la propria funzione, di creare nuovi strumenti e luoghi di incontro e di riflessione. Che pone nuove sfide ed emergenze democratiche.  E alla sinistra di rimuovere vecchie convinzioni e certezze. Rivedere strutturalmente la sua visione, la sfera dei diritti e l’orizzonte di cittadinanza.   

Il Sud e la Calabria sono esplosi in rabbia. Ma anche in adesione a proposte che forse vanno ben oltre alla protesta. E senza adeguate risposte avranno una ricaduta e una conferma alle prossime scadenze elettorali. A tutto ciò come si risponde? Con le liturgie del passato? Con Conte muscolari al nostro interno? Con assemblee di circostanze? Mettendo la testa sotto la sabbia, riscaldando una minestra che ormai è diventata disgustosa anche ai più tolleranti e resistenti? Con coaptazioni e riciclaggi figli di logiche padronali e feudatari? Oppure con vie e pratiche completamente diversi.

Partendo dal fatto, e non dagli annunci, che gli autori del misfatto si facciano da parte e non di lato. E si avvia una fase costituente, che metta in salvo il PD. Che lo doti di una nuova proposta politica. Credibile e vera. Capace di parlare ai delusi e utile al Paese a tirarsi fuori dalle sabbie mobili. E al Mezzogiorno di avere un nuovo respiro. E alla Calabria di uscire dalla palude e dal crinale della conservazione dell’esistente.

Per fare ciò dobbiamo navigare a mare aperto. Chiudendo tutte quelle stanze cupe che sono state sfrattate dal voto popolare. Parlare a nuove energie, intercettare voglia di fare e sinceri proponimenti. Per realizzare un nuovo campo, forte e vasto. Molto vasto. Di uomini e donne in carne e ossa. È essenziale partire in questa nuova e necessaria avventura della nostra storia, proprio dal SUD e dalla Calabria. Perché questo lembo di territorio è la porta d’ingresso dell’Europa e snodo degli equilibri e delle relazioni tra occidente e oriente. E con un agire più incisivo e innovativo possiamo cambiare verso all’Europa, sganciandola da un terreno prettamente finanziario e dargli un volto e un’anima di Europa dei popoli. Vicina, molto più vicina ai cittadini e ai territori.

Per garantire come nel passato, anche nel futuro, stagioni di pace e di più forte solidarietà. In un mondo dove soffiano pericolosi venti di guerra. Insomma compagni e amici penso sia necessario osare, segnare discontinuità. E alzare l’asta del livello politico e culturale. Per essere riferimenti credibili ad una società smarrita, afflitta da ansie e paure. Per costruire il futuro. Possiamo ancora farcela. Dipende da noi.

Giuseppe Terranova

Coordinatore Dems Calabria

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