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TOGHE | Il cosentino Minisci è il nuovo presidente dell’associazione nazionale dei magistrati

Francesco Minisci, pubblico ministero in servizio presso la procura di Roma ed esponente di Unicost, è il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati, dopo essere stato eletto dal Comitato direttivo centrale del sindacato delle toghe.  Nato a Cosenza 49 anni fa, Minisci è stato tra il 2016 e il 2017 segretario dell’Anm, nel periodo in cui

TOGHE | Il cosentino Minisci è il nuovo presidente dell’associazione nazionale dei magistrati

Francesco Minisci, pubblico ministero in servizio presso la procura di Roma ed esponente di Unicost, è il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati, dopo essere stato eletto dal Comitato direttivo centrale del sindacato delle toghe. 

Nato a Cosenza 49 anni fa, Minisci è stato tra il 2016 e il 2017 segretario dell’Anm, nel periodo in cui la Giunta era presieduta da Piercamillo Davigo. Sia negli anni passati in Calabria che presso la Procura di Roma, si è occupato di importanti inchieste sulla criminalità organizzata, in particolare sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta.

«Proseguire il dialogo con i soggetti istituzionali che dalle prossime settimane, dovranno trattare le questioni riguardanti la giustizia, senza pregiudizi nei confronti di nessuno, senza collateralismi, ma, senza corsie preferenziali da parte di nessuno e nei confronti di nessuno», ha dichiarato il nuovo presidente dell’Anm, Francesco Minisci.

«L’Associazione nazionale magistrati – ha aggiunto – è l’interlocutore che rappresenta tutta la magistratura: l’Anm non ha nemici, non è di parte, non ha fini politici. Nella nostra azione rifuggiremo ogni sterile polemica che non fa bene a nessuno e non ci faremo trascinare in dannose strumentalizzazioni. Saremo vigili e rigorosi nel garantire il rispetto delle regole e contribuiremo, con alto senso istituzionale, alla ricerca di soluzioni e di interventi che possano migliorare il sistema».

INTERCETTAZIONI, STAMPA E PROCESSI. «Per contrastare l’aumento significativo dei fatti di corruzione” servono “strumenti investigativi efficaci, prime tra tutte le intercettazioni telefoniche e ambientali, e conseguenze sanzionatorie certe ed effettive» ha detto il neo presidente dell’Anm Francesco Minisci, che, invece, “boccia” l’idea di prevedere ‘agenti provocatori’: «Non siamo affatto convinti – ha spiegato – che possa essere idonea al fine che ci si prefigge l’introduzione di strumenti che, in qualche modo, inducano all’illecito. Si tratterebbe di istituti rischiosi che si presterebbero ad usi distorti e, dunque, dannosi».

«Le nuove norme sulle intercettazioni presentano diversi profili di criticità e di difficile attuazione, tanto da meritare, prima che entrino in vigore, una seria riflessione» ha spiegato Francesco Minisci.

Infine, il rapporto tra magistratura e giornalisti «avvenga alla luce del sole, ma con regole precise valide per tutti e per ogni circostanza». ha sottolineato Francesco Minisci che, nel suo discorso al direttivo del sindacato delle toghe, ha parlato di un «rapporto fisiologico e non portatore di sospetti o di pericolose strumentalizzazioni».

Minisci ha anche puntato il dito contro «l’inaccettabile spettacolarizzazione della giustizia che danneggia tutti: i processi si celebrano nelle aule di giustizia e non sui giornali o nelle televisioni».

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