Addio al Mondo | Antonelli: «Mi chiamava “bambino”, ma poi non mi levò più dal campo»
Il ds del Monza, Filippo Antonelli, nutriva profonda stima per Mondonico: «Per me è stato un insegnante, soprattutto dal punto di vista caratteriale. Mi ha insegnato cosa significasse tenere duro». Filippo Antonelli fu uno dei calciatori che, nella fase calante del 1914, riuscì a ritagliarsi applausi e apprezzamenti del pubblico di fede rossoblù. A Cosenza trovò
Il ds del Monza, Filippo Antonelli, nutriva profonda stima per Mondonico: «Per me è stato un insegnante, soprattutto dal punto di vista caratteriale. Mi ha insegnato cosa significasse tenere duro».
Filippo Antonelli fu uno dei calciatori che, nella fase calante del 1914, riuscì a ritagliarsi applausi e apprezzamenti del pubblico di fede rossoblù. A Cosenza trovò proprio Emiliano Mondonico ad indicargli la strada.
«Ripensando alla stagione di Cosenza, Mondonico per me è stato un insegnante, soprattutto dal punto di vista caratteriale – ricorda l’attuale ds del Monza – Mi ha insegnato cosa significasse tenere duro. Ai tempi io ero un ragazzino e arrivavo dalla serie C, ricordo che lui mi chiamava “bambino” e mi fece fare tanta panchina e tanta tribuna».
La svolta, ricorda Antonelli, arrivò poco dopo. «Un giorno di febbraio Mondonico decise di lanciarmi titolare in una partita contro il Vicenza: da lí in poi sarei diventato inamovibile. Era stato molto duro con me, ma servì a farmi crescere».
«Se ricordo qualche episodio in particolare? Il primo che mi viene in mente sono le litigate con Gigi Lentini, per qualsiasi motivo – chiude Antonelli – Quando c’era da rimproverare qualcuno, Mondonico se la prendeva sempre con Gigi, e lui dal campo rispondeva mandandolo a quel paese. Oltre che un insegnante era anche un personaggio molto simpatico». (Carmen Esther Artusi)