giovedì,Marzo 28 2024

Capretta massacrata ad Anoia, insorgono le associazioni animaliste. Chiara Penna: «Atto da non sottovalutare»

L’ultimo caso di tortura sugli animali registratosi ad Anoia ha fatto scattare l’allarme nel mondo animalista. Indignazione e sconcerto per i maltrattamenti subiti da parte degli animali, così come quello del massacro di una capretta. Episodio denunciato dalle associazioni “Gaia Animali e Ambiente Onlus”, rappresentate dagli avvocati Rossella Nigro e Annunziata Morello e “Aic Adottami

Capretta massacrata ad Anoia, insorgono le associazioni animaliste. Chiara Penna: «Atto da non sottovalutare»

L’ultimo caso di tortura sugli animali registratosi ad Anoia ha fatto scattare l’allarme nel mondo animalista. Indignazione e sconcerto per i maltrattamenti subiti da parte degli animali, così come quello del massacro di una capretta. Episodio denunciato dalle associazioni “Gaia Animali e Ambiente Onlus”, rappresentate dagli avvocati Rossella Nigro e Annunziata Morello e “Aic Adottami in Calabria Onlus”, rappresentata dall’avvocato Assunta Cosentino.

In merito al fatto gravissimo avvenuto nei giorni scorsi le associazioni in questione hanno chiesto un parere sull’accaduto a Chiara Penna, avvocato penalista e Criminologa. «Gli atti, anche isolati, di crudeltà nei confronti degli animali non devono essere sottovalutati perché sono certamente segnale di un potenziale comportamento antisociale, ancor di più se ci si preoccupa di filmarli e divulgarli in rete.

Al di là dei casi limite che hanno dimostrato come diversi serial killer o stupratori seriali hanno iniziato la loro escalation di orrore commettendo da bambini atti di crudeltà nei confronti di piccoli animali domestici, spostando solo successivamente la loro attenzione verso gli esseri umani, quello che bisogna tener presente è che alla base dei reati commessi ai danni degli animali troviamo profili di soggetti con motivazioni e dinamiche psicologiche molto diverse tra loro, per cui è molto complesso individuare degli indicatori comuni al fine di prevenire queste azioni.

Chiara Penna, avvocato penalista e criminologa
Chiara Penna, avvocato penalista e criminologa

L’unico modo per intervenire efficacemente è quindi provare a conoscere il fenomeno criminale partendo dall’analisi delle vittime, come si fa in vittimologia quando si studia un qualsiasi fatto violento perpetrato nei confronti di un essere umano.

In questi casi, infatti, la crudeltà è identica, se non peggiore, perché agita sempre senza una motivazione apparente e nei confronti di esseri viventi più piccoli, indifesi e neanche in grado di manifestare il dolore e la sofferenza per chiedere aiuto.

Gli studi effettuati finora hanno così certamente avvalorato la tesi secondo cui esistono delle interconnessioni profonde tra violenze su animali e comportamenti violenti nei confronti degli esseri umani, passando anche attraverso altri tipi di reati come incendi, rapine, furti con strappo o minacce, come nell’ultimo caso verificatosi in Calabria.

Spesso molti soggetti protagonisti di questi episodi si rivelano poi pregiudicati o con procedimenti in corso per maltrattamenti in famiglia, atti persecutori, lesioni, a volte invece quando sono i minori ad agire, si scoprono successivamente le violenze che loro stessi subiscono dagli adulti, nonché la presenza di altri comportamenti devianti o di malesseri psicopatologici.

Appare dunque fondamentale insistere nel parlare di questi eventi perché solo continuando a farlo si può sensibilizzare l’opinione pubblica facendo sì che il prendere a morsi la testa di una capretta in vita, divulgando il video con soddisfazione sul web, o il far roteare un maiale appeso ad una corda (vivo o morto non importa) non possa essere inteso come una bravata o comunque un agito da non ingigantire poiché indirizzato nei confronti di un animale comunque “destinato al macello” come mi è capitato di ascoltare.

È un’azione irrispettosa nei confronti della vita che nasconde molto altro e che va intesa alla stregua di tutti gli atti violenti manifestati nei confronti di qualsiasi animale, domestico e non.

Percepire socialmente la portata di azioni così violente consente di considerarle crimini – come già previsto dal nostro codice penale agli articoli 544 bis, ter e seguenti – e questo è il fattore fondamentale che permette ad ogni individuo di evitare il compimento di azioni devianti e contro la norma: ciò che in criminologia si intende come “passaggio all’atto”». Gaia ed Aic invitano come sempre al rispetto ed alla tutela di tutte le forme di vita.

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