venerdì,Marzo 29 2024

Ianni tra Samb e Cosenza: «Entrambe si sarebbero evitate volentieri»

Il vice di Cappellacci Marco Ianni ha chiuso la sua esperienza al Napoli come collaboratore tecnico di Sarri e promette la sua sua presenza in tribuna per il match di ritorno. Sambenedettese e Cosenza, prima che nell’urna di Firenze, si erano già incrociate nella vita di Marco Ianni, in uno sliding doors che gli cambiò

Ianni tra Samb e Cosenza: «Entrambe si sarebbero evitate volentieri»

Il vice di Cappellacci Marco Ianni ha chiuso la sua esperienza al Napoli come collaboratore tecnico di Sarri e promette la sua sua presenza in tribuna per il match di ritorno.

Sambenedettese e Cosenza, prima che nell’urna di Firenze, si erano già incrociate nella vita di Marco Ianni, in uno sliding doors che gli cambiò la vita in un lampo. Si trovava infatti sul lungomare della cittadina marchigiana, appena reduce dalla vittoria del campionato di serie D, quando, nel giugno del 2013, gli arrivò, a sorpresa, la telefonata con cui Roberto Cappellacci gli chiedeva di appendere le scarpette al chiodo e seguirlo in panchina. Sambenedettese e Cosenza, «l’ultima (da giocatore) e la prima (da vice-allenatore), due esperienze che non si possono dimenticare» ci racconta raggiunto telefonicamente mentre sta lasciando Napoli. Nella stagione appena conclusa, infatti, Ianni ha lavorato come collaboratore nello staff tecnico di Maurizio Sarri. Una stagione ben densa di emozioni e di duro lavoro per lui, in cui si è lottato fino alla fine per lo scudetto. Mica male per un giovane che, dopo la sola esperienza di Cosenza, ha fatto il doppio salto di categoria. Ma nonostante avesse la mente occupata da altre faccende, ci confida di aver preso in mano lo smartphone ogni domenica sera per controllare i risultati delle due squadre rossoblù che porta nel  cuore. E che, ormai in vacanza, sarà senz’altro presente al Riviera delle Palme, per la gara di ritorno.

Cosa ne pensa dei risultati del sorteggio? A chi è andata peggio tra le due?
«Io penso che entrambe, se avessero potuto scegliere, si sarebbero evitate. Diciamo che potevano augurarsi accoppiamenti più “fortunati”. Verranno a scontrarsi due piazze infuocate per cui la trasferta sarà molto dura per tutt’e due. Io per primo avrei voluto scongiurare questo accoppiamento, non mi sarei mai voluto trovare nella posizione di dover scegliere per chi fare il tifo».

La tifoseria marchigiana è famosa in tutta Italia per calore e passione. Pensa che giocare in casa la gara di ritorno possa favorire Moriero?
«Conosco bene entrambi gli stadi e le tifoserie, a livello di calore, forse si equivalgono. La differenza, a San Benedetto, la fa la struttura dello stadio “all’inglese”, per cui quando sei in campo, anche 5.000 tifosi sugli spalti fanno ti tremare le gambe e sembrano molti di più. Il San Vito invece, anche con più presenze, rischia di essere dispersivo. Io, però, ho avuto l’onore di viverlo gremito dei 20.000 del centenario, e quella giornata non la dimenticherò mai. Ad ogni modo, non lo darei così per scontato che giocare il ritorno in casa sia un vantaggio. Lo abbiamo visto anche nelle coppe europee, spesso è risultato più vantaggioso giocare la prima in casa in modo da impostare e poi gestire il risultato. Può essere un’arma a doppio taglio».

In definitiva, che partita si aspetta e cosa dovrà avere la vincente in più dell’altra per passare il turno?
«Non chiedetemi pronostici perché nei playoff è più difficile che mai. Sono convinto che, con così tante partite, debba considerarsi un campionato a parte, che prescinde totalmente da ciò che si è fatto durante la stagione. Tutto ciò che è stato può essere ribaltato. Contano la condizione fisica ma, soprattutto, quella mentale. La differenza la farà l’approccio alla gara, sia all’andata che al ritorno. A questo proposito, vorrei sottolineare che la sfida è molto interessante anche sulle panchine: si sfideranno due tecnici tra i più esperti e di spessore della categoria. Braglia è sinonimo di esperienza: ha un curriculum che parla da sé e non ha bisogno di commenti. Moriero lo affrontammo nel derby quando io ero a Cosenza e lui a Catanzaro, è uno dalla mentalità positiva ed a cui piace il bel gioco, così come quando era calciatore. Penso che gran parte del risultato passi dall’impronta che sapranno dare i due allenatori». (Carmen Esther Artusi)

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