martedì,Giugno 24 2025

Direttore, Presidente e l’immaginazione

– l’editoriale di Piero Bria –  Storia di una telefonata mai avvenuta e che mai ci sarà tra il Direttore di Cosenza Channel ed il Presidente del Cosenza calcio. Ma perché non ipotizzarla… Io: “Pronto Presidente, buongiorno. Sono il Direttore di Cosenza Channel, Piero Bria. Mi perdoni per il disturbo”. Presidente: “Quale onore. Non vorrei

Direttore, Presidente e l’immaginazione

– l’editoriale di Piero Bria – 
Storia di una telefonata mai avvenuta e che mai ci sarà tra il Direttore di Cosenza Channel ed il Presidente del Cosenza calcio. Ma perché non ipotizzarla…

Io: “Pronto Presidente, buongiorno. Sono il Direttore di Cosenza Channel, Piero Bria. Mi perdoni per il disturbo”.
Presidente: “Quale onore. Non vorrei avesse sbagliato numero Direttore”
Io: “Perché mai Presidente, dimentica che sto aspettando da 5 anni?”
Presidente: “A cosa di riferisce?”
Io: “Beh, Presidente. Se ben ricorda la contattai più e più volte per un’intervista. Lei mi rispose che mi avrebbe richiamato. Non lo ha mai fatto. Bastava un semplice “non rilascio interviste a lei e alla sua testata”. E invece mi ha sempre liquidato con un…le faccio sapere. Mi sarebbe piaciuto porle quesiti di interesse pubblico”.
Presidente: “Sinceramente non ricordo. Sono abituato a richiamare e mi suona strano quanto sta dicendo. Ma veniamo a noi. Qual è il motivo della sua chiamata?”
Io: “Volevo complimentarmi per la conquista della Serie B. Neanche lei ci credeva, dica la verità?”
Presidente: “E invece ho sempre creduto che potessimo andare in serie B. Perché quando si lavora bene si raccolgono sempre i frutti”.
Io: “Presidente non ho microspie. Può dirmi la verità. Anche quando ha esonerato Fontana credeva nella Serie B? Oppure quando ha cercato di far capire a Trincherà che Caccavallo e compagnia erano di troppo e bisognava risparmiare sul monte stipendi?”
Presidente: “Non so chi le dà queste notizie ma le assicuro che si può sbagliare. L’importante è capirlo per tempo e rimediare per cercare di rimettersi in carreggiata”
Io: “E lei ha rimediato, eccome se ha rimediato. Mister Braglia è stato l’artefice della promozione insieme a questi ragazzi straordinari”
Presidente: “Con questo cosa vuol dire… che il sottoscritto non ha meriti?”
Io: “Assolutamente no, caro Presidente. Lei e il ds Trinchera avete scelto Braglia. Diciamo che la considero un uomo fortunato, molto fortunato”
Presidente: “Conosce quel detto che recita…la fortuna aiuta gli audaci?”

Molti acquisti non hanno rispettato le attese nella stagione in cui Guarascio ha alzato il budget. E più della metà sono stati acquistati dal club per alzare il tasso tecnico della squadra…

Io: “Lei quindi si considera audace? A me pare che audace sia colui che agisce noncurante dei pericoli o dei rischi a cui va incontro. Lei crede sinceramente di aver osato? Perché ai miei occhi e non solo la sua gestione societaria è stata alquanto oculata a livello di bilanci, ma poco reattiva e audace in merito alla struttura di un settore giovanile. Ma non solo. Ha cambiato direttore sportivo ogni anno. Ha lasciato partire giocatori a parametro zero che sono stati acquistati da società di serie B. Ha cercato nuovi soci perché sembrava sul punto di mollare. Insomma, non mi sembra che sia stato audace. Anzi, le dirò. Spesso e volentieri è sembrato approssimativo e, a tratti, anche pachidermico per i tempi che ha perso nei rinnovi o su altri aspetti”.
Presidente: “Ascolti, Direttore Bria… noi vediamo le cose in maniera totalmente diversa. La lentezza di cui parla è per me quel tempo necessario per ponderare e valutare ogni possibile situazione che potrebbe crearsi in futuro. E’ questo che non accetto. Che mi si faccia passare come un Presidente che fa le cose con lentezza per creare disagio ai tifosi o per complicare il futuro della società che ormai gestisco da anni. Lei può accusarmi di qualunque cosa ma c’è una certezza che è sotto gli occhi di tutti: ho preso il Cosenza in serie D e l’ho portato in serie B”.
Io: “Vero, anzi verissimo. Ma lei fa l’errore di misurare competenze e professionalità in base ai risultati conseguiti. Ma al di là della Serie B, che per me e per tutti noi è un ritorno a casa, mi dice cosa ha costruito in questi anni? Lei Presidente fa l’errore di pensare che io abbia qualcosa di personale nei suoi confronti ma non è così. Chi ama il Cosenza non si ferma ai risultati. Altrimenti faremmo l’errore di tante realtà che sui risultati hanno vissuto anni d’oro per poi ritrovarsi tristi e malinconici a dover ingoiare un boccone amaro chiamato retrocessione o estromissione dai campionati (ne sappiamo qualcosa purtroppo). Inoltre non sono una persona che cambia idea in base ai risultati come fa qualcuno che, anni fa, era seduto ad un tavolo dinanzi al sindaco per chiedere le sue dimissioni e oggi sgomita per partecipare ai festeggiamenti”
Presidente: “Ma qui si sbaglia. I nostri conti sono e saranno sempre consoni alle nostre forze. Non faremo mai il passo più lungo della gamba. E questo la gente lo apprezza più dei risultati”
Io: “Onore a lei e alla sua gestione. Ma mi chiarisca una cosa: i conti sono in ordine ma non abbiamo strutture che possano ospitare il settore giovanile costretto a girovagare per la città. La squadra, finché non si è messo mano al Del Morgine, è stata costretta anch’essa a girovagare. Le condizioni del manto erboso del San Vito Marulla non sono mai state così deficitarie come in questi ultimi mesi. Dinanzi a simili situazioni crede davvero che il sottoscritto debba girarsi dall’altra parte?”
Presidente: “Non ho nulla da rimproverarmi. E le dirò di più. Vedrà come struttureremo il settore giovanile e cosa riusciremo a fare con il nuovo stadio”
Io: “Ma il nuovo stadio non lo costruirà lei”
Presidente: “E quindi? Sarà comunque utile e contribuirà alla nostra crescita.”
Io: “Mi faccia capire. Lei aspetta che gli altri inizino l’opera per potersi regolare di conseguenza?”
Presidente: “No, io amo ponderare. E cerco di far quadrare le cose per il bene del Cosenza”.
Io: “Mmmm…il bene dei cosentini. Mi sa di politichese vecchio stampo caro Presidente”.
Presidente: “Senta Direttore, non ho tempo da perdere ed ho una riunione per prepararmi al meglio per la Serie B”


Io: “Non le rubo altro tempo Presidente. Un’ultima cosa. Non crede che lei sia cresciuto nel ruolo di presidente anche attraverso le ‘poche’ critiche che ha ricevuto?”
Presidente: “Lei dice? Io ho fatto sempre quello che ritenevo opportuno e mai su sollecitazione di qualcuno”.
Io: “Eppure ha molti seguaci che decantano le sue gesta dopo la promozione in B. Seguaci che prima la criticavano aspramente e oggi sono in prima fila con una lingua a tappeto da far invidia ad Emilio Fede”
Presidente: “Non so a chi e cosa si riferisce. Comunque posso dirle una cosa. I suoi editoriali li ho sempre letti. Anche se non ho mai condiviso il suo pensiero”
Io: “Le confesso anche io una cosa. Non avrei mai immaginato che ci riportasse in B. Anche se fortunato, la ringrazio di cuore. Ma non abbasserò la guardia come hanno fatto altri. Vigilerò sul suo operato. Perché il Cosenza calcio è più importante di una categoria conquistata”.
Presidente: “Ci seguiremo a vicenda. Buona giornata”
Io: “Anche a lei e…Forza Cosenza”

Storia di una telefonata immaginata. Io avrei fatto queste domande e queste considerazioni. Il presidente Guarascio avrebbe confermato? Chissà. Per ora ci limitiamo all’immaginazione, del resto chi l’ha detto che si vive di sola realtà? Se così fosse, i tifosi del Cosenza sarebbero morti in diverse circostanze di questo lungo secolo che ci ha preceduti. Invece sono qui, più forti e numerosi di prima. E il merito è dovuto solo alla loro capacità di immaginare.