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TELA DEL RAGNO | In Appello si discute l’omicidio di Luciano Martello

Mancano poche udienze al termine del processo di secondo grado che riguarda la maxi inchiesta “Tela del Ragno”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che nel 2012 portò all’arresto di oltre 60 persone legate tra loro ai clan del Tirreno cosentino, da Amantea a Fuscaldo. Indagini condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza che in

TELA DEL RAGNO | In Appello si discute l’omicidio di Luciano Martello

Mancano poche udienze al termine del processo di secondo grado che riguarda la maxi inchiesta “Tela del Ragno”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che nel 2012 portò all’arresto di oltre 60 persone legate tra loro ai clan del Tirreno cosentino, da Amantea a Fuscaldo.

Indagini condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza che in vari gradi di giudizio ha già dato risultati positivi in termini di condanne per associazione mafiosa, estorsione e soprattutto omicidi.

Il più importante, tenuto conto dei personaggi coinvolti e per come maturò all’epoca, è sicuramente quello di Luciano Martello, ucciso per vendetta dal clan Serpa di Paola, dopo l’assassinio del fratello di Nella Serpa, Pietro. Un delitto di mafia curato nei minimi dettagli con la collaborazione, a dire della pubblica accusa, della cosca Bruni-zingari di Cosenza, all’epoca dei fatti contestati capeggiata dal duo Michele Bruni e Giovanni Abruzzese. Era il 12 luglio del 2003.

In primo grado sono arrivate condanne pesanti per la morte di Luciano Martello. Un “fine pena mai” per Abruzzese, Poddighe e tanti altri, 22 anni di carcere per Umile Miceli e altrettanti assoluzioni arrivate anche in altri filoni, quali quelle di Carlo e Daniele Lamanna, quest’ultimo divenuto nel tempo collaboratore di giustizia. Oggi, è stata la volta proprio del difensore di Miceli, l’avvocato Antonio Ingrosso. A seguire è stata discussa la posizione di Francesco Tundis, difeso tra gli altri dall’avvocato Massimo Zicarelli.

Nello specifico, l’avvocato Ingrosso ha ribadito le incongruenze investigative in relazione alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che, in maniera confusa e imprecisa, fanno il nome del suo assistito che, proprio dalle indagini, emerge la sua estraneità ai fatti contestati.

Miceli, secondo la Dda di Catanzaro, avrebbe avuto un ruolo importante nell’organizzazione dell’omicidio. E tra le altre cose, come raccontato da Cosenza Channel, per Miceli nei giorni scorsi è arrivata la seconda accusa di omicidio volontario in riferimento alla morte di Francesco Marincolo.

Nella prossima settimana, toccherà agli avvocati Giorgia Greco e Antonio Quintieri, difensori di Giovanni Abruzzese, anch’esso coinvolto nella morte di Marincolo. La sentenza dovrebbe essere emessa dopo l’estate. (a. a.)

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