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“Re Luis” Lentini: «Torino-Cosenza gara del mio cuore, ma resto a Cetraro»

Il fuoriclasse che vestì le maglie del Torino e dei Lupi evidenzia: «A Cosenza non erano più i soldi, non era più niente: solo amore per il calcio. Una città che mi è rimasta dentro». Quando a “Re Luis” Lentini chiedi se ha amato più le donne o il pallone, ride di gusto. «Non c’è bisogno

“Re Luis” Lentini: «Torino-Cosenza gara del mio cuore, ma resto a Cetraro»

Il fuoriclasse che vestì le maglie del Torino e dei Lupi evidenzia: «A Cosenza non erano più i soldi, non era più niente: solo amore per il calcio. Una città che mi è rimasta dentro».

Quando a “Re Luis” Lentini chiedi se ha amato più le donne o il pallone, ride di gusto. «Non c’è bisogno di scegliere – dice – le due cose non si escludono mica, vanno tranquillamente d’accordo».

Parlare di Gigi Lentini è come scrivere la storia del Torino e del Cosenza che, guarda caso, domenica sera si sfideranno in diretta tv al vecchio Olimpico. «E’ un incrocio incredibile, a pensarci ho i brividi: mi fa terribilmente piacere – spiega dalle colonne di Gazzetta dello Sport – Significa che il Cosenza è tornato nel calcio che conta grazie alla scalata in Serie B: una sorpresa dato che mi ha dato una forte gioia. Mi dispiace che non potrò essere allo stadio, sono in vacanza a Cetraro».

Cetraro da anni è il suo buen ritiro, l’angolo di costa calabrese dove l’ex fuoriclasse trascorre le vacanze. «Non sono più il ragazzo maledetto di una volta – precisa Lentini – mi occupo di altro, vivo una vita tranquilla che mi piace tanto. Non seguo più di tanto il calcio, ho sempre amato solo giocare e sinceramente quel mondo non mi manca molto, tanto che allo stadio vado di rado». Vero, perché il ristorante a Carmagnola e la sala da biliardo annessa catalizzano tutta la sua attenzione.

Nel rievocare i ricordi, però, a Lentini brillano gli occhi. «Il Toro è stata la mia mamma, il mio cuore, io sono granata. E’ la squadra che mi ha fatto nascere. Cosenza è stata una scelta decisa da me, dove mi sono sentito libero. A Cosenza non erano più i soldi, non era più niente: solo amore per il calcio. Una città che mi è rimasta dentro, tant’è che ho ancora una casa, qui c’è un pezzo di me. Se devo dire le squadre che mi sono rimaste dentro dico, appunto, Toro, Cosenza e Milan».

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