venerdì,Marzo 29 2024

Rende, Petrassi alza la voce: «Annullate quel bando»

Il capogruppo de “La Terza Rende” Carlo Petrassi in una nota si scaglia contro l’amministrazione comunale: «Tante irregolarità per l’affidamento dell’impianto sportivo di Commenda gestito dal Tennis Club». «Invece di attribuirsi periodicamente meriti praticamente inesistenti rispetto al completamento dei lavori di ammodernamento della piscina di Quattromiglia, da attribuire esclusivamente ad un bravo, competente e molto paziente imprenditore

Rende, Petrassi alza la voce: «Annullate quel bando»

Il capogruppo de “La Terza Rende” Carlo Petrassi in una nota si scaglia contro l’amministrazione comunale: «Tante irregolarità per l’affidamento dell’impianto sportivo di Commenda gestito dal Tennis Club».

«Invece di attribuirsi periodicamente meriti praticamente inesistenti rispetto al completamento dei lavori di ammodernamento della piscina di Quattromiglia, da attribuire esclusivamente ad un bravo, competente e molto paziente imprenditore rendese; invece di continuare ad annunciare come succede dal primo giorno del suo insediamento opere che non hanno mai visto nemmeno la posa della prima pietra, a circa 6 mesi dalla scadenza naturale del suo mandato Manna farebbe bene almeno a valutare l’opportunità di annullare in autotutela il bando per l’affidamento dell’impianto sportivo sito in località Commenda, attualmente gestito dall’associazione sportiva dilettantistica denominata “Tennis Club Rende”». Ad affermarlo è il capogruppo de “La Terza Rende” Carlo Petrassi in una nota inviata alla stampa.

«Le irregolarità del bando – continua – sembrerebbero essere più di una. Da una prima lettura sembrerebbe, infatti, che esso escluda dalla procedura di gara la partecipazione delle associazioni sportive dilettantistiche in generale e della ASD Tennis Club Rende in particolare. Se così fosse verrebbero evidentemente lesi in primis i diritti e gli interessi dell’ASD Rende che dopo quasi mezzo secolo di storia tennistica verrebbe estromessa deliberatamente dalla gestione dell’impianto, senza avere nemmeno la possibilità di partecipare alle procedure di gara relative al nuovo affidamento. Inoltre, se fosse confermata l’esclusione dalle procedure di gara della partecipazione anche delle ASD in generale, si materializzerebbe un’evidente violazione del principio della preferenzialità sancito dal comma 25 dell’art.90 della legge n.289/2002 che recita testualmente: “(…)nei casi in cui l’ente pubblico territoriale non intenda gestire direttamente gli impianti sportivi, la gestione è affidata in via preferenziale a società e associazioni sportive dilettantistiche(…), sulla base di convenzioni che ne stabiliscono i criteri d’uso(…)».

Petrassi poi approfondisce il discorso ed aggiunge. «Anche il nuovo regolamento per la gestione e l’uso degli impianti sportivi comunali approvato a maggioranza con delibera n.69/2017 appare in molti punti non compatibile con il bando in oggetto. Solo per fare un paio di esempi si evidenzierebbe una violazione dell’art.5 del regolamento in quanto si impedirebbe ad alcune categorie di soggetti affidatari degli impianti sportivi individuati dal regolamento la partecipazione al bando medesimo nonché un’aperta violazione dell’art. 12 che prevede termini di affidamento della concessione completamente diversi da quelli previsti nel bando. Infine appare per lo meno paradossale che un bando che prevede un investimento complessivo sulla struttura pari a € 1.070.000,00 che nei fatti triplicherà il valore dell’intera area preveda un canone annuale pari a € 10.000,00 contro un canone attualmente previsto a carico della ASD “Tennis Club Rende” di circa € 23.000,00. Insomma sembrerebbe un altro pasticcio di Manna e dei suoi migliori dirigenti (quest’ultimi in attesa di probabili imminenti promozioni). Un pasticcio simile a quello che all’inizio dell’anno in corso vide protagonista il bilancio di previsione 2018. Giova ricordare che in quella occasione grazie al nostro intervento teso a far riapprovare, come nei fatti è poi avvenuto, il bilancio per evidenti violazioni di legge si impedirono probabili declaratorie di nullità che tra le tante cose negative avrebbero compromesso l’atteso e auspicato aumento delle ore dei dipendenti part time. Speriamo che anche questa volta Manna e i suoi facciano marcia indietro».

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