Arrighini gioca Cittadella-Cosenza: «Al Marulla ho lasciato il cuore»
Andrea Arrighini è un doppio ex. «Il Marulla pieno è una botta di adrenalina, ma per il Cosenza non sarà facile a Cittadella. Sapete una cosa? Magari un giorno con La Mantia…». Nessuno conosce Cittadella e Cosenza meglio di Andrea Arrighini. Non solo, perché il doppio ex sa come siedono in panchina Piero Braglia e Roberto
Andrea Arrighini è un doppio ex. «Il Marulla pieno è una botta di adrenalina, ma per il Cosenza non sarà facile a Cittadella. Sapete una cosa? Magari un giorno con La Mantia…».
Nessuno conosce Cittadella e Cosenza meglio di Andrea Arrighini. Non solo, perché il doppio ex sa come siedono in panchina Piero Braglia e Roberto Venturato. Il primo lo allenò a Pisa, il secondo proprio in granata. Insomma, se c’è una persona che starà sul divano a gustarsi la gara di sabato, è proprio il centravanti del Carpi impegnato il giorno dopo sul campo del Verona.
Arrighini, il week-end di campionato la porterà a due passi dal Tombolato. A pochi chilometri di distanza si sfideranno le sue due vecchie squadre…
«Vero, ma sarà una partita ostica per il Cosenza perché in casa il Cittadella rappresenta un osso davvero duro. Troveranno una squadra molto preparata sia sul piano tattico che fisico».
Cosenza e Cittadella sono due mondi così distanti?
«Io a Cosenza ho lasciato il cuore nonostante non riuscimmo a centrare i playoff. Avevamo un buon gruppo, un grande allenatore quale Giorgio Roselli e vivemmo una stagione fantastica. Mai dimenticherò il Marulla pieno per il derby e per le ultime gare di campionato: fu una botta di adrenalina incredibile. A Cittadella c’è un ambiente eccezionale, sono stati due anni bellissimi passati in famiglia. L’arrivo di Venturato per noi è stato determinante tanto da sfiorare la Serie A in due occasioni. L’anno scorso, in particolare, la delusione fu enorme perché credevamo all’impresa, ma perdemmo la semifinale in casa del Frosinone. Nonostante i tanti cambi resta un pregevole organico con alcuni elementi validi ed altre scommesse interessanti. Non mi va di fare pronostici: in Serie B è impossibile azzeccarli».
Cosenza per lei rappresenta un trampolino di lancio o qualcosa di incompiuto?
«All’epoca la scelta fu abbastanza semplice. Sarei voluto partire in ritiro con l’Avellino per mantenere la Serie B, ma così non fu. Quando arrivò la chiamata dei Lupi non ci pensai due volte per la storia del club e per la rosa in cui mi sarei calato».
A fine stagione un “intoppo”burocratico la allontanò dalla Calabria…
«Lo dissi già allora: sarei rimasto più che volentieri e sarei stato orgoglioso della fiducia riposta nella mia persona. Approfittò della situazione venutasi a creare il Cittadella che mi riportò in Serie B, ma non nego che se non si fossero creati quei presupposti avrei accettato di vivere a lungo a Cosenza».
Corsi nel frattempo è diventato capitano, ha visto?
«Ho avuto modo di parlare con lui e l’ho trovato davvero molto maturato. Per me è un amico vero, così come Umberto Saracco. Sono contento che abbia finalmente trovato il suo spazio dimostrando di essere da Serie B. Ho visto inoltre che i Lupi negli ultimi giorni di mercato hanno concluso operazioni davvero interessanti. L’organico è buono».
Sa di aver composto con La Mantia una delle coppie migliori del Cosenza degli ultimi anni?
«Siamo rimasti in contatto e l’ho sentito questa estate. A livello di collettivo ha avuto un po’ di sfortuna, ma Andrea è sempre andato in doppia cifra. Magari le nostre strade un giorno si incontreranno di nuovo, chissà dove…». (Antonio Clausi)